IL RUMORE DELL’AUTUNNO CHE INIZIA

24 Settembre 2017Francesca P.

“Ada sa che ci sono cose che, quando iniziano, fanno rumore. E quando sente quel rumore, si ferma e ascolta. Ascolta il rumore delle cose che iniziano. (…) … e, per distinguere le cose che finiscono da quelle che iniziano, aveva imparato a stare attenta. Aveva capito che le cose, quando finiscono, lo fanno in silenzio. Mentre quelle che iniziano fanno un rumore bellissimo”.  (Evita Greco, “Il rumore delle cose che iniziano”)

Fermarsi e ascoltare. Quel rumore. Come se fosse sconosciuto, come se fosse la prima volta. Perchè è sempre la prima volta, in effetti. Perchè, citando ancora il libro di Evita Greco che in questi giorni abita sul mio comodino, “le prime volte sono molto meglio delle ultime”.

Il rumore delle cose che iniziano, che dis-toglie l’attenzione e fa tendere l’orecchio. Non sai subito da dove viene, se lo porta il vento che sta cambiando, se parte da dentro, se arriva da lontano e si avvicina man mano o se nasce lì, al momento. Sai solo che lo avverti, che non lo stai inventando, che vuoi capire se prevalgono le note gravi o acute.

Non l’afferri del tutto, è appena cominciato. Non sai come proseguirà, se sarà lento o incalzante, ma non importa. Ti basta sapere che è tornato. E che lo stai sentendo. Nitido.

Il rumore dell’autunno che inizia, questo qui, si sta imponendo delicato ma con segni decisi. Cresce, come il suono del bollitore, che in pochi minuti passa dal silenzio al canto. L’acqua quieta e fredda, che poi diventa viva e calda. Con il vapore che spinge verso l’alto.

Verso l’alto, mi sto spingendo anch’io. A toccare e prendere le piccole pere più in su, con l’aria più pura. È da parecchio che mi arrampico, che scelgo i rami più robusti per mettere i piedi, che fisso il punto. E se altre volte avevo desistito o tergiversavo, adesso no. Adesso c’è il rumore. Quel rumore. E salgo, salgo.

Ho salito anche tre piani di scale, già che c’ero. Sono andata “in trasferta”, prendendo in prestito una terrazza, le prime foglie colorate di stagione e la luce del tramonto. Con il mio cestino, il mio vassoio e con le mie… candele, alla mandorla.

Pronta, così, ad aspettare dolcemente la sera. Per accenderle. E sentire il rumore della fiamma che inizia.

 

 

TORTINE IN COCOTTE ALLE MANDORLE CON PERE AL MIELE E VANIGLIA

Ingredienti per 6 cocotte:

6 piccole pere

125 g di farina di mandorle

125 g di zucchero di canna

125 g di burro (morbido)

2 uova

Semi di vaniglia (a piacere)

Miele (a piacere)

Mandorle a lamelle (a piacere)

 

Lavate le pere, facendo attenzione a non staccare il picciolo. Tagliate il fondo, per rendere piatta la base. In un pentolino, fate scaldare qualche cucchiaino di miele, mettete i semi di vaniglia e poi aggiungete le pere. Mescolate delicatamente per qualche minuto, per bagnare bene le pere nel liquido. Lasciate da parte. Lavorate a pomata il burro morbido, tagliato a pezzettini, con lo zucchero. Unite le uova e amalgamate. Incorporate la farina di mandorla e, se volete “rafforzare” i sapori, unite un cucchiaino di miele e un po’ di semi di vaniglia.

Montate le cocotte: potete fare in 2 modi. Mettete una pera al centro di ogni cocotte e distruibuite tutt’intorno l’impasto, con l’aiuto di un sac à poche; oppure, versate un po’ di impasto in ciascuna cocotte e adagiatevi sopra la pera, premendo leggermente finchè vedrete l’impasto riempire la cocotte fino al bordo.

Cospargete la corona di impasto con mandorle a lamelle e qualche granello di zucchero di canna. Cuocete in forno già caldo a 180° C per circa 30 minuti, fin quando la superficie sarà dorata.

*L’ispirazione della ricetta, modificata e personalizzata, viene dal libro “Menu cocotte” di José Maréchal (Guido Tommasi Editore). La ricetta originale (per le dosi) è quella delle pere al vino alle mandorle.

 

La padrona di casa è la sorella di Tarallino, ve la ricordate?

 

Mi ha aperto lei le porte della terrazza!

40 Comments

  • Anna

    24 Settembre 2017 at 19:57

    Cara Francesca, grazie…
    Grazie di cuore, perché ogni volta io mi accomodo su quella sedia in ferro battuto, posta nell’angolo del tuo bistrot, e ascolto…
    Ascolto il suono delle tue parole, e il rumore melodioso delle tue fotografie.
    Ricordo il suono che ho sentito la prima volta che mi sono affacciata qui.
    Era luglio, e tu parlavi d’amicizia… Ed ecco, poteva forse iniziare in un modo diverso, tra noi? Potevo forse sentire un suono diverso, per il nostro inizio?
    Un rumore partito da dentro, istantaneo ed istintivo, poi andato lontano.
    Un suono… come un soffio di vento, che accarezza ma non scuote. Come un sorriso trattenuto, lo senti vibrare nelle pieghe del cuore. Come il rumore di una mano che, mentre si posa, tocca le corde dell’anima.

    Ed ora, l’inizio di questo autunno (io ADORO l’autunno…) e ti vedo mentre sali verso l’alto.
    Hai deciso di farlo, ed è un rumore nuovo, quello che ti riempie. Non tergiversi più, e scommetto che (ne) sorridi. Sii fiera di te!

    Bellissime le foto, la prima sembra un quadro! Ciò che si scorge in secondo piano, cerca di rubare la scena alle protagoniste pere…
    Un rumore diverso, più timido e sornione!

    Buona settimana, Francesca, abbiamo scorte di candele da condividere…
    Anna

    1. Francesca P.

      25 Settembre 2017 at 0:09

      Le sedie, i set e le location possono cambiare, ma ovunque sarò, tu mi raggiungi sempre e hai il tuo posto prenotato… e ti accomodi appena il bistrot apre! Mi piacciono le persone puntuali, sai? Forse questo non te l’avevo ancora detto… vedi, ci parliamo e sentiamo da tempo, ma ci sono ancora vassoi da riempire di dettagli e conoscenza! Il rumore delle cose da scoprire e da svelare, come lo sfondo… sono contenta che lo abbia notato, la mia foto preferita è la penultima, quella con i cerchi di luce dorata: in fotografia quell’effetto della luce si chiama bokeh, l’ho sempre adorato, gioca con fuoco e distanza… e l’ora del tramonto invece si chiama golden hour, non a caso…
      La stagione dell’oro e delle candele, vere e di frutta, ci aspetta… come io ti aspettavo in quel luglio, in quell’estate, sapendo che alcune strade sono così, illuminate da piccole fiammelle, in fila… proprio per farsi trovare.

  • Alice

    24 Settembre 2017 at 20:24

    Bellissimo l’incipit del tuo post, scelto da un libro, un pò triste per i miei gusti, ma sicuramente dolce, avvolgente e ricco di sentimenti, un libro intenso pieno di frasi belle da sottolineare. Si perché io sono una di quelle che sottolineano i libri quando li leggono, una che si appunta le frasi delle canzoni che le piacciono, una che salva le foto più belle su Pinterest…se si potesse sarei ancora quella bimbetta che riempiva scatole e cassetti di pezzi di carta e figurine, braccialetti rotti e ritagli di riviste. Anche i ricordi fanno rumore sai? A volte un rumore sordo da tonfo al cuore e allo stomaco, a volte un rumore lieve che ti scalda come una coperta soffice. Un pò come questo splendido autunno che ci spinge delicatamente verso la stagione del camino, della casa, dei confort food e direi che queste tue cocotte ci starebbero benissimo!
    baci e buon inizio settimana
    Alice

    1. Francesca P.

      25 Settembre 2017 at 0:26

      Alice, i libri giungono sul comodino al momento giusto, ne sono convinta… questo titolo – che mi ha sempre ispirato – lo conosco già da un anno ed era nella lista, ma solo adesso è finito tra le mie mani… e si sta lasciando sfogliare (e sottolineare) con piacere… sono curiosa di vedere come va avanti! Io sono come te, leggo tenendo una matita tra le pagine… e trascrivo o salvo frasi e citazioni, per averle con me e fermarle, come fossero foto… anzi, ora che ci penso forse il motivo per cui amo farlo è legato proprio a questo: fermare gli attimi che ho davanti, le sensazioni che provo al momento… esattamente come se scattassi! Potrei leggere a lume di candela… di queste (dolci) candele! 😉
      Buona settimana a te, alla prossima!

  • zia consu

    24 Settembre 2017 at 21:17

    Che meraviglia questa terrazza “in prestito” e che belli i cuginetti di Tarallino ^_^ Golosissimo anche il tuo scampolo di inizio autunno..mi fa sentire meno la nostalgia dell’estate che ormai se ne è andata 🙁
    Buona settimana Fra <3

    1. Francesca P.

      25 Settembre 2017 at 0:36

      Lei è la sorellina di Tarallo, ha trovato un bello spazio verde dove giocare e fare gli onori di casa… probabilmente le porterò ancora in dono delle candele, dato che ha gradito! 🙂
      Quest’anno non sento nostalgia dell’estate, ma ho voglia di autunno… strano e insolito per me, ma anche questo è una scoperta!
      Ciao Consu, un abbraccio!

  • Margherita

    25 Settembre 2017 at 5:24

    Penso e ci ripenso, ma alla fine credo di non esserne convinta del tutto. Ci sono cose che quando finiscono lo fanno talmente male che il loro “rumore” é paragonabile al dolore che provocano o che, ancora peggio, lasciano dopo di loro. Dovrebbero farlo in silenzio, ma non sempre lo fanno. PS dimmi la verità non ti é dispiaciuto cucinare queste perine?!?! Sono talmente belle che sembrano finte!

    1. Francesca P.

      25 Settembre 2017 at 19:23

      Le cose che finiscono forse fanno un rumore forte e anche un boato sul momento, ma poi regna il silenzio… diciamo che dipende sempre dall’entità degli accadimenti, certo, però quella frase la trovo vera per tante situazioni… di sicuro fa riflettere e scatena il dibattito, come piace a me! 🙂
      Le perine sono deliziose, eh? Quelle che non ho mangiato, le posso usare davvero come candele, ehehe… il picciolo sembra troppo lo stoppino, adoro scovare certe somiglianze!

  • Ileana

    25 Settembre 2017 at 9:20

    Questa mattina vorrei solo sedermi al tuo tavolo e parlare, parlare, parlare…
    Fino a qualche tempo fa pensavo che le cose, quando finiscono, fanno rumore, dentro e fuori di noi, oggi però qualcosa è cambiato. Oggi ho capito che la maggior parte delle cose, quando finiscono, lo fanno davvero in silenzio, senza attirare l’attenzione, escono di scena e, a volte, è difficile rendersene conto.
    Parlerei per ore e ore di tutto questo e spero che un giorno non troppo lontano possa accadere, ora però mi siedo comoda e rimango un po’ qui, a riflettere e, allo stesso tempo, a gioire per te.
    Goditi quel rumore e sali più in alto che puoi.

    1. Francesca P.

      25 Settembre 2017 at 19:28

      Ile, non ti corre dietro nessuno e puoi restare tutto il tempo che vuoi… così come tornare, tenendo in mano il filo del discorso e delle nostre vite! Bello sapere che invito… a restare. Che quello che scrivo ti suscita questo impulso, questa voglia… sento un bel rumore associato a ciò, simile alle fusa di un gatto! 🙂
      C’è sempre un gradino in più da salire, un ramo in più da spostare, un passo che ci avvicina alle mete… il segreto sta nella tenacia, nella pazienza e nel crederci, non possiamo controllare e decidere tutto, ma per quel che riguarda noi stessi abbiamo molto potere d’azione… e allora via verso le pere in alto, alla conquista di spazio, cielo, aria e tempo per le cose che più amo! Sai bene di cosa sto parlando… condividiamo lo stesso cestino! 🙂

  • m4ry

    25 Settembre 2017 at 9:50

    E vabbè…c’è tanta, troppa sintonia tra noi…anche io nel mio post di oggi ho parlato dell’autunno e di qualche stato d’animo e di “emozioni” ( tanto per cambiare) e di ricordi che si riaffacciano all’improvviso. Aspettavo queste foto 🙂 Sono incantevoli amica mia. Piene di cuore, di anima e di occhi che sanno cogliere e guardare in un modo personalissimo, che non è mai la copia di qualcosa o qualcuno. Sono i tuoi occhi 🙂 Fammi posto, voglio venire ad assaggiare una di quelle tortine…mi solleticano il palato e tu il cuore :*

    1. Francesca P.

      25 Settembre 2017 at 19:36

      Ah, le emozioni… quanti rumori esistono? Quanti suoni, quante note, quanti ritmi? Siamo talmente esperte di questo, che possiamo diventare delle bravissime rumoriste, ahaha! E magari esibirci in coppia, pensa cosa verrebbe… 😀
      Sono felice che vedi il cuore – il mio – in questi scatti… e che tutto parli di me… di me, proprio di me! I miei occhi, il mio sentire, le mie visioni… è così bello essere se stessi, esprimere ciò che siamo, attingere da dentro, non uniformarsi… avere la nostra strada, la nostra identità, la nostra personalità! Il mio emisfero destro, come ben sai, è super attivo in questo periodo… 🙂

  • saltandoinpadella

    25 Settembre 2017 at 12:36

    Certo che la padrona di casa mette quasi soggezione, è così magnificamente elegante con quegli occhi azzurri come il mare e con quel mantello meravigliosamente sfumato. Una vera signora. A una padrona di casa così dovevi proprio portare qualcosa di davvero speciale. Scommetto che quelle piccole e deliziose perine hanno attirato la sua attenzione 😉

    1. Francesca P.

      25 Settembre 2017 at 19:41

      La padrona di casa è una birmana elegante che ama il tè delle 5 e la relativa merenda… 🙂 Sembra incredibile che sia la sorella di Tarallino, eh? Quando ho rivisto le foto di loro due minuscoli, mi sono sciolta… Tarallo neanche camminava all’epoca, mentre lei, essendo donna, era già un po’ più sveglia, ahaha! 😀

  • E il basilico

    25 Settembre 2017 at 14:30

    In effetti questi stati d’animo nelle cose che iniziano li condivido in pieno, bellissime parole. Molto bella anche l’idea dei dolcetti. A presto. Eleonora

    1. Francesca P.

      25 Settembre 2017 at 19:45

      Ciao Eleonora, da quanto tempo! Contenta di risentirti… sarà una nuova cosa che inizia, il rileggere le tue parole? Lo spero! Vado a ricambiare subito la visita, da tantissimo non apro il tuo blog ma ricordo bene che quando l’ho aperto tu c’eri… 🙂

  • larobi

    25 Settembre 2017 at 18:47

    ma che carine sono queste cocotte??? ricetta subito segnata nella lista to do! bello l’incipit (mi sono segnata anche il titolo di questi libro che non conoscevo..), belle le foto e bellissimi i mici! Quando passo da te ritrovo solo cose belle …

    1. Francesca P.

      25 Settembre 2017 at 19:47

      Robi, sentirai che buon sapore di mandorle… e se usi le cocotte, il problema di sformare le tortine e non rovinare i bordi non sussiste, perchè scavi direttamente con il cucchiaino… 🙂
      Ti dirò come prosegue la lettura del libro, mi sembra molto scorrevole…
      A presto, per parlare di altre cose belle… d’altronde, non ce le facciamo mancare mai! 😉

  • Chiara

    25 Settembre 2017 at 22:54

    “il rumore delle cose che iniziano”…sono infatti rumori nuovi per me qui nella nuova casa(traslocato ieri ma c’è ancora tantissimo da fare, scatoloni di aprire e sistemare…), il vento che scende giù dalla cappa, gli scricchiolii dei mobili, tante cose alle quali dovrò abituarmi anche se la casa è proprio sopra la mia , qui abitava mia madre che è andata a vivere con sua sorella. Antico palazzo di fine ‘800, soffitti alti, porte doppie , pavimenti in rovere, mi piace stare qui, c’è spazio per le idee…Festeggerei volentieri con una tua tortina, che stanchezza però, devo recuperare sonno….Buona settimana, un abbraccio

    1. Francesca P.

      26 Settembre 2017 at 20:23

      Come li ricordo bene i rumori di tutte le fasi del trasloco e quelli della prima notte nella casa nuova! Ce ne sono tantissimi, anche i giorni seguenti… ascoltali bene, anche mentre sistemi e inizi ad ambientarti! Lo spazio lo conosci già, ma adesso è tutto tuo… e quindi è come fosse immacolato, in un certo senso! Mi racconterai man mano come va… 🙂
      Porto le tortine per il “cin”, insieme a vino bianco o tè… ahaha, scegli tu cosa preferisci!

      1. Chiara

        27 Settembre 2017 at 22:39

        Vino !

        1. Francesca P.

          27 Settembre 2017 at 23:56

          Giusto, approvo! 😀 Il tè lo lasciamo per colazione o merenda!

  • Tatiana

    26 Settembre 2017 at 13:43

    Le cose che iniziano fanno un gran trambusto proprio perché iniziano e basta, non puoi fermarle, ti ritrovi buttata nel vortice e vieni centrifugata alla faccia della tua volontà mentre quando finiscono lo fanno in sordina, magari frutto di scelte difficili oppure con un senso di liberazione, talora la fine la si subisce ma mai con festeggiamenti o danze propiziatorie, magari con le orecchie un po’ basse come quelle di un cocker 🙂
    Questa volta il mio autunno inizia (!) festoso (infatti non ho detto che è l’estate a finire 🙂 ), mi sono ricaricata lontana dal web e con una voglia matta di fare di tutto, con la testolina che mi frulla di idee, di esperimenti, di voglia di provare e di buoni propositi (insomma, sono pericolosa…)!
    Dai, fammi spazio che ti prendo per mano e ti trascino con me a provare nuove esperienze! Ah, porta la merenda però….
    Un bacio!

    1. Francesca P.

      26 Settembre 2017 at 20:29

      Tatiana, mi trovi allineata: sto prendendo bene l’inizio di questa stagione, sento un’insolita carica e una buona predisposizione che non mi capita mai di solito in autunno, eppure quest’anno va così… mi godo le sensazioni e questo rumore vitale, salgo senza stancarmi, anche grazie al fiato che ho guadagnato facendo palestra in questi mesi, ahaha! Bello sentirti così motivata, te l’avevo già detto e lo confermo… ti porgo la mano, corriamo pure, saltiamo, arrampichiamoci… quanta frutta in alto c’è ancora da raccogliere e quante cocotte ci sono da mettere in forno! 🙂 Anche qui idee a mille e mente molto sveglia, in pieno trip creativo e liberatorio… daje tutta, alla romana!

  • Paola

    26 Settembre 2017 at 13:52

    E’ sempre bello tornare qui, come ritrovare la terra dopo la burrasca, il punto di approdo, dove sai, che nonostante tutto, ci sono parte delle radici, quelle nuove, quelle belle, quelle che permettono ai rami di crescere e puntare al cielo, arricchendosi di fiori e foglie lungo il cammino. E’ bello sentire il rumore leggero di quelle foglie, che cadono per avere nuova vita, come uccellini che spiccano il volo per la prima volta lontani dal nido. E’ bello sentire il rumore delle prime pioggerelline che battono sui vetri e il profumo di foglie bagnate, il rumore dell’acqua che borbotta nella teiera in attesa di accogliere i profumi delle spezie e degli infusi. Ed è bello il rumore degli inizi, quelli nuovi, che ci avvicinano a noi stesse, finalmente senza lasciarci più andare. Può avere il suono di padelle che sfrigolano o quello del click di una macchina fotografica, quello delle risate che accompagnano tè fumanti e pomeriggi a preparare dolci o quello del miagolio di una gatta.
    Pittulina è diventata bellissima, come bellissime sono le cocotte. Potrei far sentire anche il rumore di un cucchiaino che ci affonda dentro, come rumore di un autunno che inizia ed è già bellissimo? 🙂

    1. Francesca P.

      26 Settembre 2017 at 21:01

      Le burrasche sono fatte per essere attraversate e superate, vero? Forse accadono proprio per questo, arrivano per sfidarci e temprarci… e quanto è bello veder poi il cielo aprirsi e il sole ri-apparire… noi di isole siamo esperte, la terra e l’approdo non lo perdiamo di vista e si torna nelle terre più amate, spinte dalle onde che si sono calmate ma continuano a muoversi… anche alcuni rapporti seguono quel ritmo e resistono alle mareggiate, se la barca è fatta di un legno forte, come quello delle assi che tanto amiamo… 🙂
      Il rumore dei nuovi capitoli è unico, c’è tutta l’emozione che canta anche il nostro Fabi in “Costruire”… siamo pronte, ben presenti al momento e a noi stesse, tu con in testa un cappello da chef e io con mille imput, stimoli e idee, da incanalare e indirizzare… sarà un autunno di tè caldi, come sempre, ma anche di carbonare e dolci nuovi, che ci attendono già da un po’… e il “crack” delle uova che si rompono, che porta poi alla nuvola di albumi montati o a tanti impasti soffici, è il miglior rumore iniziale che esiste… 🙂

  • Silvia

    27 Settembre 2017 at 7:56

    Arrivo con un po’ di ritardo ma ci sono. Sono contenta di sapere che ci siamo imbattute nella stessa lettura! Ho amato tutti quei particolari minuziosi a cui prestare attenzione, quelle cose a cui spesso la gente non riserva la dovuta cura. Ma gli animi giusti sanno (rac)cogliere le cose belle! E tu ti sei spinta fino in alto, per cercare una luce diversa, sentire l’aria fresca, il rumore dei click della macchina fotografica, magari un po’ diverso anche lui! Mi piacciono queste tortine col cuore alla pera, mi sembra di sentire già lo scricchiolio delle prime foglie d’autunno…p.s.: Tarallino e sua sorella piccini sono tenerissimi 😍

    1. Francesca P.

      28 Settembre 2017 at 0:07

      Con i titoli del libri, quando mi capita il colpo di fulmine, un po’ come vale per le copertine, so che è solo questione di tempo… so che o procedo immediatamente all’acquisto, oppure aspetto e faccio arrivare il momento giusto… e così è stato per Evita Greco! Non ho mai dimenticato il nome e tu hai contribuito a tener viva la memoria, anticipando la lettura… 🙂 Adesso c’è “quel” rumore e adesso quindi è giunto il turno anche per me! Il personaggio di lei, per come parla e per cosa immagina, mi ricorda vagamente Amèlie… noi notiamo i dettagli e ci soffermiamo sempre sulle piccole cose, come lei… e io non a caso amo il formato mignon e colleziono mini cocotte! Quando ho visto al mercato queste perine, puoi capire l’entusiasmo e il pensiero immediato è andato alle foto… e cambiare set ogni tanto fa bene, anche se Ulisse e Tarallino non devono temere che cambi soggetto felino, loro sono insostituibili! 🙂

  • ipasticciditerry

    27 Settembre 2017 at 12:32

    Amore!! Ma è bellissima anche lei … la sorella di Tarallino, intendo. Dunque andiamo per ordine: arrivo adesso dal blog della Mary e più o meno leggo che da voi le cose procedono per gradi, piano piano. Io sono tornata dalle mie vacanze e, a momenti, mi viene un coccolone, un freddo della miseria!! Da me il passaggio è stato molto violento, da un momento all’altro. Finalmente ho quasi finito di andare in giro per il mondo e sto cercando di risvegliare la mia pamina (la pasta madre) perchè ho proprio voglia di accendere il forno, di dolci coccolosi e profumati, come queste tue cocotte. Sono semplici ma, leggendo gli ingredienti, ne immagino tutti i profumi e i sapori. Grazie per questa dolce idea. Buona continuazione di settimana a te tesoro. Una carezza a chi sai tu e un bacione a te

    1. Francesca P.

      28 Settembre 2017 at 20:53

      Sono una bella coppia, quei due felini… ricordo quando stavano sempre attaccati tra loro e mi dormivano addosso… li ho svezzati, sai? Era la prima volta che mi accadeva, li ho nutriti con gli omogeneizzati e la micia, avendo il pelo lungo, si sporcava tutta e mi toccava pulirla con i dischetti del trucco… che tenerezza, a ripensarci! Tarallino è sempre stato più pauroso e “miagoloso” (miagolava anche davanti a un mini gradino che non riusciva a fare, ahaha), lei invece donnina sveglia e intraprendente sin da subito! Bello che abiti solo tre piani più sopra, c’è la carezza a portata di mano e un filo che non si spezza! E forse non è un caso che annusi il cibo curiosa, come il fratello… 🙂
      Roma ci sta regalando un clima mite e delle giornate bellissime… me le sto godendo tutte, più che posso! Un inizio d’autunno così, ci voleva proprio… ma sappi che ho voglia di zuppe calde e coperte sul divano, quindi non mi spaventa il cambio di temperature che arriverà prima o poi anche qui! Vorrà dire che bisognerà stringersi di più, per passarsi calore… 😉

  • Manuela

    28 Settembre 2017 at 9:01

    Il rumore delle cose che iniziano mi ricorda il rumore delle farfalle: preso da solo sembra un fruscio, è difficile percepirlo, ci vogliono orecchio e attenzione. Ma se ascolti bene, somiglia molto al rumore dell’acqua, di quell’acqua che lentamente passa e si fa tiepida.
    Mancavo da un po’,ma leggerti così, con le tue braccia tese verso l’alto, è il miglior bentornato che potessi darmi 😀

    1. Francesca P.

      28 Settembre 2017 at 21:01

      Il rumore del battito delle ali, impercettibile e un po’ magico, quel fare vento delicato, muovendo l’aria con quella grazia che solo le farfalle hanno… e salire, volando dove l’istinto e il richiamo guidano… mi piace come immagine e come “lettura”, Manu! La prendo e la porto via, come direbbe Ammaniti! 🙂
      Mancavi, è vero… e sono felice sia tornata, anche qui, perchè le nostre stanze provano sempre piacere nell’accogliere parole amiche che le rendono più calde e più piene… :*

  • Laura e Sara Pancetta Bistrot

    28 Settembre 2017 at 16:44

    Caspita, ma che bella è la sorella di Tarallino?? Che eleganza, giusto lei poteva abitare in una splendida terrazza romana! Il rumore dell’autunno che inizia lo sentiamo anche noi, ci addentriamo piano piano in questa stagione aspettando che gli scricchiolii del fogliame sotto i piedi si faccia sempre più forte 🙂
    Bellissime e super coccolose queste cocottine, ti raggiungiamo in terrazza!

    1. Francesca P.

      28 Settembre 2017 at 21:07

      Pittulina (l’avevo chiamata così!) abita in una terrazza stupenda e passa lì tantissime ore… la capisco, io farei lo stesso! 🙂 La vado spesso a trovare ma non avevo ancora scattato delle foto… e adesso che ho provato, visto il risultato, sicuramente ripeterò! Ho già adocchiato quella parte di foglie che sta virando dal verde al rosso, aspetto la metamorfosi completa e poi ri-vado in missione!
      Buon autunno a voi, immagino quanta ispirazione vi darà per i set del libro… so che vedrò presto tante, tante, tante cose belle! 🙂

  • ConUnPocoDiZucchero Elena

    30 Settembre 2017 at 7:02

    questo post mi ha rapito, portato via e tenuto per una buona mezz’oretta nella tua casa, accanto al tuo forno ancora tiepido, a godere del profumo intenso e delizioso di dolcetti appena sfornati e del tepore offerto in qst prime mattine frizzantine. Una carezza ai tuoi micetti, due chiacchiere con te, una tazza di te e un sorriso tra noi, facendo l’occhiolino a quel cesto di peroline…
    un bacio a te Francy

    1. Francesca P.

      1 Ottobre 2017 at 21:01

      Ti terrei con me in tutte le fasi: la preparazione delle cocotte, l’attesa della cottura in forno con tanto di sbirciatina dal vetro e poi tutto il set fotografico… si sarebbe divertita anche la tua bimba, tra piante, gatti e pere piccole come lei, perfette anche per giocare! 🙂
      Adoro il clima mite di queste giornate, che permette proprio di fare quello che dici… chiacchiere ancora all’aperto e luce complice!

  • Melania

    30 Settembre 2017 at 14:17

    Mi rispecchia molto il titolo. Molti dei miei post affrontano questo stesso argomento (in una veste forse malinconica e nostalgica).
    È una di quelle cose che mi chiedo sempre. Tutti questi suoni, i rumori sordi, quei boati che lasciano il segno, chissà dove vanno a finire?
    Ho imparato a prestar attenzione ad ogni suono. Forse nel tentativo di non esserne schiacciata o inghiottita improvvisamente.
    Ho imparato a fermarmi e ascoltare le cose intorno a me. Ed è vero! Le cose che finiscono se ne vanno via silenziose. Prendono altre strade, nuovi percorsi, accolgono altri suoni.
    Il lato positivo è che c’è spazio per tutto, perfino per accogliere l’inatteso, tutte quelle cose belle che restano e che riempiono tanto da averne gli occhi pieni.
    Come piene sono le tue cocotte. Vestite di nuova luce e autunno. 🍂

    1. Francesca P.

      1 Ottobre 2017 at 21:07

      La malinconia fa parte di alcune anime, è così da sempre e sempre sarà, almeno un po’… io ne so qualcosa, anzi, molto più di qualcosa! Ma sai che col passare del tempo è diventata più dolce e meno tagliente? Sì, mi fa compagnia in modo più delicato e persino piacevole… non è struggimento, semmai assomiglia al cullare e al voler tener vivi (solo) i ricordi dei momenti belli… e ogni stagione e ogni anno ne ha, anche quando non sembra… ci sono tanti rumori delle cose che iniziano e magari iniziano proprio dopo un “crack”, dopo una frattura, dopo un terremoto… gli inizi più intensi ri-partono esattamente da lì e io “sento” assai questo autunno, a istinto, a pelle, a sensazione… e a gusto, questo qui! 🙂

  • Claudia

    2 Ottobre 2017 at 12:54

    Urca, cosa mi ero persa la scorsa settimana! Rapiscono, queste cocotte con quel picciolo all’insù, viene voglia di tirarle via dallo schermo 🙂
    Sulla citazione in apertura non so quanto essere d’accordo, ché mi pare facciano un gran baccano anche le cose che finiscono…diciamo che sono rumori diversi, ecco. Anche a seconda di cosa inizia e finisce.
    Una meraviglia questa nuova location, e quella gattona…vabbè…non mi pronuncio nemmeno, già sai!

  • Virginia

    23 Ottobre 2017 at 18:49

    Mi fa piacere che questo autunno ti abbia portato la voglia di andare in alto, di allungare le braccia verso il cielo per afferrare le foglie più belle e le nuvole più soffici. Un’anima bella come la tua spicca il volo come una farfalla, vola leggera… E quando hai bisogno di una sosta, fermati tra quei limoni ancora verdi e fatti coccolare dall’elegante padrona di casa 😉 Me la ricordo eccome e ogni tanto, vedendo Tarallo, mi domandavo come fosse. E’ diventata una bellissima signora, con un pelo soffice e gli occhi magnetici, e quella terrazza mi sembra una casa perfetta per lei. Mi piacciono molto le foto che hai scattato in questa location e mi sembra quasi di sentire l’arietta fresca della sera, il profumo di autunno nell’aria e il rumore delle cose belle che iniziano…

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