TRA COSE IMPARATE E PETALI DI MUESLI
La cosa bella delle nuove cose che si imparano è che nessuno può portartele via. (B. B. King)
Come un tesoro dentro una scatola di latta, come un cestino di more appena raccolte, come una provvista di biscotti, come un salvadanaio pieno di monete: le nuove cose che si imparano si tengono vicine e si tengono strette, le si guarda con la coda dell’occhio per controllare che siano ancora lì, per essere sicuri che sì, è tutto vero. Che ci sono. Che non possono essere rubate, perchè le abbiamo assimilate. Che sono fatte per restare, come le persone più importanti.
Ogni nuova cosa che si impara somiglia a una susina che sta per essere staccata dall’albero: matura, lucida, dolce. Pronta. È proprio quel momento che si aspetta, quando la lezione del sole è finita e ci si sente più ricchi. Dentro, nella polpa.
Ultimamente, ho imparato a ri-dare fiducia. A me stessa, agli incontri casuali che casuali non sono, ai momenti di silenzio che precedono l’arrivo di una musica interiore, di quelle che partono un po’ timide ma poi non riesci a tenere fermi i piedi. E vuoi ballare, muovere la testa a tempo, azzardare persino qualche saltello e allungare una mano, desiderando che ti venga presa.
Ho imparato che la siccità rischia di far morire piante ed emozioni, ma basta una mattina di pioggia e l’acqua torna a scorrere, nei vasi e nelle vene. Ho imparato che, a volte, voltare le spalle a qualcosa che non (ci) va bene è un atto di coraggio e ribellione che dà molta soddisfazione, come affondare il dito nella panna di un maritozzo. E che la rinascita si gusta a fuoco lento, come se fossimo una marmellata che deve raggiungere la giusta consistenza, per dare il meglio di sè.
Dall’estate appena trascorsa ho imparato inediti modi belli di respirare e di baciare la vita, senza scendere a compromessi, soprattutto se si tratta di Felicità. La mia.
E ora, una stagione alle porte che, sono certa, avrà tanto altro da insegnarmi, tra foglie secche sagge e petali di muesli che chissà dove voleranno…
Alcuni, una loro panchina, l’hanno già trovata.
BARRETTE CON PATATE DOLCI, MUESLI E FRUTTA SECCA (CON OLIO DI SEMI DI LINO)
170 g di patate dolci
250 g di muesli
Frutta secca tritata e uva passa (a piacere)
Mix di semi (a piacere)
70 g di zucchero muscovado o di canna
50 ml di olio di semi di lino (io ho usato l’olio Zucchi)
60 g di miele
Pelate le patate dolci e tagliatele a pezzetti. Mettetele in una casseruola, insieme allo zucchero. Unite dell’acqua, fino a ricoprire. Cuocete a fuoco vivo, fin quando le patate saranno morbide e la maggior parte dell’acqua sarà evaporata. Prendete una forchetta e schiacciate le patate, abbassando il fuoco. Continuate a schiacciare e mescolate fino a ottenere una purea: vedrete le patate caramellarsi e l’acqua sarà completamente assorbita.
Preriscaldate il forno a 170°.
Aggiungete il miele e l’olio. Proseguite la cottura per qualche minuto. Unite il muesli (o i cereali che preferite), la frutta secca e i semi, mescolando bene. Versate il composto in uno stampo rettangolare, rivestito di carta da forno. Distribuite il composto e compattatelo in modo omogeneo, premendo con il dorso di un cucchiaio.
Infornate per circa 20 minuti. Togliete dal forno e fate raffreddare in frigorifero per almeno 1 ora. Trascorso questo tempo, formate delle barrette, con l’aiuto di un coltello affilato, tagliando in modo netto.
*L’ispirazione della ricetta viene dal libro “Dolci verdure” di Noémie Strouk
42 Comments
Marta | NATURALMENTE BUONO
25 Settembre 2016 at 19:36
quello che mi piace di te è che ogni domenica sera riesci ad azzeccare lo stato d’animo, il flusso di coscienza adatto. Oppure sarà che sei così brava con le parole da riuscire, inconsapevolmente, a toccare, puntualmente, le corde giuste. Quello che credo sia importante è il non far diventare le cose nuove cose vecchie, ma farle rimanere sempre vive e fresche. Un bacio grande a te e ai mici!
Francesca P.
26 Settembre 2016 at 0:06
Piccola Marta, ogni settimana è come se avessi un gomitolo tra le mani e lo srotolassi, liberando il filo dei pensieri con cui qualche gatto curioso e qualche anima sensibile come la tua può giocare, insieme a me… 🙂
Sei così giovane, ma hai già capito tutto: ogni cosa, così come ogni rapporto e pianta, deve essere lucidata e innaffiata, per non appassire e sembrare sempre luminosa e bella! Si potrebbe chiamare “cura”, oppure saggezza… 😉
patalice
25 Settembre 2016 at 20:16
sarà la domenica sera, e la fine del weekend che ci rende tanto nostalgiche è lontane? va beh, la ricetta ed i suoi ingredienti, comunque, mi conquistano tutti tanto
Francesca P.
26 Settembre 2016 at 0:09
Anche la fine dell’estate e l’arrivo dell’autunno può contribuire alla malinconia, ma è un tipo di malinconia buona e dolce, come queste barrette… da accogliere e assaggiare… 🙂
Anna
25 Settembre 2016 at 20:29
La cosa bella, già lo so, è che rileggerò più e più volte questo post, e ogni volta mi sembrerà nuovo, diverso…
Pieno di tesori.
Che restano.
Come le persone importanti.
…Parole che butti lì, e dentro cominciano a danzare.
Incontri casuali, che casuali non sono. Persone che, nel momento esatto in cui allunghi la mano, ci sono… Dicono “presente”, e ti accompagnano nel futuro.
Ci vuole tempo, per ri-dare fiducia. A se stessi, prima ancora che agli altri. Perché a volte è difficile volersi bene…
Eppure, ri-dare fiducia riempie di tesori quella scatola di latta. Da conservare con cura, al riparo dalla siccità (delle emozioni).
Che bella la tua estate, ben oltre tutto ciò che già ci hai mostrato, se ti ha regalato respiri e baci di vita…
Che belli questi colori già autunnali, come foglie secche. E sagge, come le tue parole…
Buona settimana, Francesca!
Io mi accomodo su una panchina, cercando con lo sguardo petali volare… Che abbiano il profumo di questo post!
Anna
Francesca P.
26 Settembre 2016 at 0:36
Ogni post mio è anche tuo, Anna… accade da tempo ormai ed è sempre più così! Perchè tu i tesori sai conservarli. E proteggerli. E sai anche il valore delle nuove cose che servono a ri-costruirsi, come se la nostra vita fosse una barretta e al posto dei mattoncini mettessimo insieme frutta e cereali… 🙂
In questi mesi – e in questi giorni – sto capendo che mi voglio bene. Oh sì, me ne voglio. Ed è una (ri)scoperta bellissima, che mi fa credere che dopo un’estate emotivamente intensa affronterò bene l’autunno, vestendomi di lana e di nuovi passi coraggiosi… e tu aspettami sulla panchina, mi vedrai arrivare presto…
Alice
25 Settembre 2016 at 21:24
Mai scendere a compromessi quando si tratta dell apropria felicità, ma anche solo della propria vita. Ci ho messo un pò a capirlo, ci ho messo un pò a rendermi conto che non uscire con certe persone, non rispondere a certe telefonate, non mi doveva creare sensi di colpa, ma la consapevolezza che mi stavo facendo un regalo … mi regalavo serenità! Così come leggere questo post mi da un senso di serenità, come accarezzare un dolce gattino sgranocchiando queste deliziose barrette!
baci
Alice
Francesca P.
26 Settembre 2016 at 0:41
Alice, certi concetti sembrano così semplici, quasi dovuti e scontati, per non dire naturali, eppure fatichiamo a metterli in pratica concretamente… ma per fortuna un giorno avviene come un “click”, la Donna che è in noi prende il sopravvento e siamo più pronte – e più forti – a scegliere, a dire anche dei No, ad accogliere solo ciò che vogliamo, a dar retta a noi stesse… mettersi al centro, ecco cos’è. Un po’ come la barretta a cui ho messo il fiocchetto, prendiamo esempio da lei… 😉
Virginia
25 Settembre 2016 at 22:00
Tante volte proseguiamo sulla stessa strada senza una ragione, per abitudine, senza chiederci con sincerità se la cosa ci va ancora bene. Voltare le spalle non è sempre un atto di egoismo, ma una forma di rispetto nei confronti di se stessi. Nella vita ci vorrebbero ventiquattro ore di sorrisi al giorno, ma a volte mi sento fortunata se riesco a farlo una volta sola. Ascoltarsi deve essere una priorità, perchè se noi stiamo bene questo senso di positività si trasmette anche alle persone che amiamo.
Imparare mi è sempre piaciuto molto e il paragone con le susine, frutto di cui sono ghiotta, è per me molto indovinato 😉
Sono molto incuriosita dall’uso delle patate dolci in questa ricetta: avevo letto di una torta dolce con queste patate e ora tu mi proponi questa bellissima ricetta! La prossima volta che le trovo le aggiungo sicuramente alla mia spesa 😉
Un abbraccio forte e una scorta di sorrisi per la settimana!
Francesca P.
26 Settembre 2016 at 0:53
Virginia, l’abitudine a volte può essere come una coperta di Linus, ci fa sentire sicure ma può anche bloccarci… io ho capito che voglio Vivere con la V, a 360°, senza rinunciare a cose per me fondamentali come passione, emozioni, slanci e sorrisi, come hai detto tu! E vale in amore, come nel lavoro… ascoltarsi è utile, è il primo passo, poi serve il coraggio per l’azione e mi sono accorta che non mi manca… 😉 E quindi iniziare nuove strade, pur se nell’incognità, fa paura ma regala anche tante cose da imparare. E più ci si conosce, più si sa cosa si desidera…
Le patate dolci sono versatili, sai? Puoi fare una delle nostre amate vellutate (con il latte di cocco si sposano bene!), oltre a provarle per ricette simili, il sapore in questo caso quasi svanisce ma la loro presenza è preziosa… 🙂
Chiara
26 Settembre 2016 at 5:50
eccomi qui con gli occhi ancora semi chiusi, in pigiama e con il primo caffè che scende caldo,lentamente, che rimette in moto me e la giornata.Sono in partenza, il trolley è pronto vicino all’ingresso, ho bisogno di staccare la spina e niente come la Toscana (ma l’Umbria andrebbe bene uguale)può darmi una mano adesso.Questo anno bisestile mi ha risucchiato in momenti difficili e soprattutto tanto pesanti,ho cercato di fare e dare il più possibile ma adesso scappo per un po’ e so gia che sarà per troppo poco ma è meglio che niente….Vorrei averle qui le tue barrette, vorrei portarle con me e gustarmele durante il viaggio, un abbraccio cara….
Francesca P.
26 Settembre 2016 at 20:56
Chiara, buon viaggio! Fai benissimo a staccare, partire fuori stagione mi è impossibile per motivi di lavoro, ma se potessi scapperei a giugno e a settembre, i mesi più belli per godersi i luoghi senza caos! Poi hai scelto una meta che rigenera lo spirito con le sue colline e i suoi dolci paesaggi, sono certa che tornerai a Trieste ricaricata in ogni senso! Ci sono anni emotivamente più difficili, lo so bene, per me il 2015 è stato così… nel 2016 mi sono rimessa in carreggiata, come si dice, ma aspetto con te il 2017 con fiducia! 😉
Buona pausa e a presto!
m4ry
26 Settembre 2016 at 17:29
La felicità non può scendere a compromessi…così come il volersi bene. Non ci si può voler bene a metà. La vita è fatta di esperienze grandi e piccole, alcune sono illuminanti. Penso che a volte la cosa migliore che possa accaderci è quella di imparare ciò che NON VOGLIAMO. Sai, quei processi al contrario, che però finiscono con l’essere decisamente utili, pratici e funzionali…e qui è il mio lato razionale a parlare ( te n’eri accorta? ;))…Sai che c’è ? Che tutte le nuove consapevolezze e tutte le esperienze e tutto ciò che ci arriva servono a nutrirci e a offrirci nuove prospettive. Siamo fotografe, giusto? E chi meglio di noi sa che a volte bisogna guardare oltre…o magari vicino vicino. Basta cambiare qualche piccola impostazione…e click…qualcosa scatta e quando scatta, che bella soddisfazione 😉
La ricetta di oggi mi mette allegria nonostante i due di picche 😉
Baci amica mia…
Francesca P.
26 Settembre 2016 at 21:04
Mary, oggi più che mai queste parole suonano vere e importanti… vanno ripetute come un mantra, o appuntate come fossero ricette della nonna che custodiamo gelosamente e ogni tanto andiamo a rileggere, anche solo per il conforto che ci danno!
Noi veniamo prima di tutto… a volte lo dimentichiamo, perchè ci facciamo travolgere dal mare degli eventi e mettiamo il cuore al primo posto, sempre e comunque! E bisogna farlo, certo, ma scegliendo con cura gli ingredienti che vogliamo avere tra le mani… perchè mica tutti vanno bene! 😉
Io so che prima o poi avrò il piacere di fotografarti e di spostare tutte le nostre confidenze da uno schermo agli occhi… e quando accadrà, avremo ancora più chiaro il concetto di Felicità e i due di picche saranno un quadrifoglio… 😀
m4ry
27 Settembre 2016 at 7:33
😉
saltandoinpadella
26 Settembre 2016 at 17:46
La cosa bella delle cose nuove che s’imparano è che ti fanno sentire ancora un po’ bambina. Quando ogni cosa nuova che imparavi ti stupiva, ti lasciava senza parole e ti conquistava. Una piccola magia. E’ bello rimanere curiosi anche da adulti, rimanere aperti alle cose nuove, non smettere mai di imparare. Un po’ come fa Tarallino che infila il musetto ovunque per capire se c’è qualcosa di interessante 😉
Queste barrette mi hanno letteralmente conquistato, quando ho letto patata rossa i miei occhi si sono illuminati come quelli di una bimba.
Francesca P.
26 Settembre 2016 at 21:07
Vero, Elena! Lo stupore è magicamente e indissolubilmente legato alla parte fanciullesca che va custodita… in fondo, possiamo dire di essere a scuola per tutta la vita, ci sono sempre nuove lezioni da seguire e imparare, tante materie in cui diventare brave e tante prove da superare, un po’ come i compiti in classe… ma vuoi mettere la gioia di quando apprendi qualcosa, la fai tua e non la dimentichi più? 🙂
Non avevo ancora mai “giocato” con questo tipo di patate, da adesso in poi mi faranno compagnia insieme alle classiche!
Ileana
26 Settembre 2016 at 19:17
Quest’estate ho imparato tante cose nuove. E’ un processo che dura da quasi un anno in realtà, sto imparando a volermi bene, bene davvero..e ogni piccolo passo è una piccola conquista, ogni piccolo passo in avanti mi regala felicità, sono passeggiate lente, lunghe, come quelle che faccio in campagna, ma so che in alcuni casi non si torna indietro..e allora ben venga l’attesa, la lentezza. Il momento giusto arriva per tutto ed io, oggi, non voglio perdermi nemmeno un istante. Avevo messo da parte troppe cose…oggi mi sto riscoprendo e, finalmente, ho messo davanti a tutto me stessa. Non è egoismo, è la ricerca della felicità, quella interiore, quella che ci permette di aprire le braccia al mondo..e volare, come i petali di muesli! 🙂
Tante cose cambiano, ma qualcosa resta…ed io oggi sono felice di essere qui, a scriverti dei miei cambiamenti, a leggere le tue parole piene di vita, sono felice dei rapporti che restano, cambiano, si evolvono e si intrecciano tra parole e sorrisi.
Non è facile non scendere a compromessi, soprattutto quando si parla della nostra felicità, lo so bene…e non immagini quanto sia felice di leggere le tue parole.
L’autunno avrà tanto da regalarci, ne sono sicura. 🙂
Francesca P.
26 Settembre 2016 at 21:12
Ile, è bellissimo sentirti dire queste cose proprio oggi, il giorno del tuo compleanno, quando un altro mattoncino si unisce alla costruzione della tua casetta interiore e ci sono tante nuove mete da raggiungere! Anche io come te “sono in viaggio” da un anno, cerco di conoscermi, di assecondare i miei desideri, di ascoltarmi, di chiedermi scusa per alcune cose e di essere fiera per altre, sempre con la voglia di fare meglio e di più… di crescere, di evolvere e appunto di imparare, perchè non c’è cosa più utile di quella che viene scoperta, provata e assorbita! E hai ragione, mettersi al centro del nostro mondo non ha nulla a che fare con l’egoismo, perchè prima dobbiamo dare a noi stesse e stare bene, poi di riflesso ci apriamo anche agli altri, a ogni novità e a ogni stimolo esterno! Mi piace come stai diventando saggia… secondo me la natura e la campagna ti stanno insegnando tante cose, giorno per giorno! 😉
Un abbraccio, più forte del solito!
Tatiana
27 Settembre 2016 at 8:39
La rinascita si gusta a fuoco lento… mi piace moltissimo questa affermazione, mi piace perché vera, perché negli ultimi anni ho avuto molte rinascite conseguenti a periodi difficili o semplicemente di transizione, a periodi in cui ho rivisto alcune priorità e magari mi sono resa conto che l’essenziale è invisibile agli occhi, proprio come detto da qualcuno ben più noto della sottoscritta. E allora è vero che la cogli come un frutto ancora caldo e profumato di sole e non sai ancora bene cosa troverai sotto la buccia poiché spesso temi di sentirne il succo ancora acidulo, un po’ stonato, ma magari dopo il primo morso senti la polpa zuccherina e giunta a perfetta maturazione scivolarti nella gola e allora è gioia pura e sai di aver fatto il percorso giusto, di aver atteso al fine di maturare la decisione migliore.
La conclusione di un periodo di rivalutazione di sé regala pace interiore, tranquillità e serenità, dona una nuova ricchezza e spesso tale consapevolezza si esprime in cucina, nei movimenti lenti e rilassati dai quali possono solo uscire delle piccole chicche come queste barrette, assolutamente sane pur nella loro golosità.
Un bacio cara Franci!
Anonimo
27 Settembre 2016 at 21:17
Quanta saggezza in questo post! E come spesso accade le sento parte di me certe parole! Sai che ti dico? Che far tesoro di tutte queste piccole cose,che poi piccole non sono, ma che ci danno grandi insegnamenti, è il giusto Step per partire! In pratica le tue barrette buonissime, potrebbero essere un concentrato di tutto quello che abbiamo appreso e che all’occorrenza, potremmo sgranocchiare per accumulare dosi di felicità! E la felicità è solo nostra Franci, dobbiamo avere il coraggio di lasciare indietro ciò che non serve e portare nel viaggio quello che abbiamo imparato! Un abbraccio
silvia
27 Settembre 2016 at 21:27
niente da fare, non riesco a compilare i campi dal cellualare…devo capire come mai…sono la Silvia!! il commento è mio! buona serata!
Francesca P.
27 Settembre 2016 at 23:28
Mi piace considerare così queste barrette… a volte possono essere panchine comode su cui sedersi, altre un dispenser di energia positiva che si irradia, da prendere morso dopo morso!
Nella vita ci sono tante strade che si aprono, sta a noi scegliere quali seguire… e quando si impara che bisogna andare nella direzione indicata dalla freccia “Felicità”, si sono fatti già tanti passi avanti! Tu come me non ti accontenti, credi nell’Amore, quello vero e puro… e quindi dai, proseguiamo il viaggio tra le nostre parole e le nostre speranze… e la merenda giusta l’abbiamo! 🙂
Anna
28 Settembre 2016 at 8:16
Sento il profumo d’autunno in queste deliziose barrette croccanti 🙂
Che bello andare incontro ad una rinascita, ad una felicità nuova e tutta da scoprire e da gustare, e ricorda, niente accade per caso 😉
Francesca P.
28 Settembre 2016 at 23:16
Sto cercando di avvicinarmi all’autunno con dolcezza, senza passaggi traumatici, iniziando dai colori, pian piano… 🙂 Cambieranno le cose che porteremo a tavola, adeguandosi alla stagione, ma so che i frutti dell’estate si faranno sentire nei prossimi… perchè quando le rinascite scattano, vogliono andare avanti e avanti…
Claudia
28 Settembre 2016 at 9:31
Sono molto contenta di ciò che ti ha portato l’estate…si respira una bella aria di nuovo nelle tue parole, si sente!
Mi piace moltissimo quella frase: “…quando la lezione del sole è finita e ci si sente più ricchi. Dentro, nella polpa.” Una metafora che rende perfettamente l’idea.
E che devo dirti delle barrette, lo sai che le adoro! La patata dolce non me l’aspettavo affatto in una ricetta così, da provare assolutamente!
Francesca P.
28 Settembre 2016 at 23:22
Claudia, se dovessi riassumere cosa mi ha veramente portato l’estate, direi: consapevolezza. Anzi, consapevolezze, al plurale, più di una. Di me, della me di ora, di ciò che voglio, delle cose a cui dire Sì e quelle a cui dire No… è una grande conquista che sto assaporando! Come sto assaporando questo inizio d’autunno che cammina lentamente e sparge petali di cereali in modo delicato, tracciando una strada da seguire…
La patata dolce ha parecchie carte da giocare, sperimenterò ancora e ti farò sapere… 😉
Manuela
28 Settembre 2016 at 11:33
Le scelte facili non sarebbero da te, ormai questo l’ho imparato da un po’,ma certi atti di coraggio ti rendono ancor più luminosa, lucida e carica di energia come quella susina.
Sono felice di ri-trovarti, di vedere come hanno preso concretezza certi progetti di cui abbiamo parlato.
Sto meditando anch’io di preparare delle barrette, questa inizio a metterla in tasca per i momenti di debolezza 😀
Francesca P.
28 Settembre 2016 at 23:30
Manu, mi sento capita da te perchè sei valida compagna di direzioni ostinate e contrarie, quelle che si prendono quando il vento colpisce la faccia o la corrente rema contro… ma andare avanti per la propria strada, fedeli a ciò che si è e coerenti, ascoltando istinto e sentimento e sapendo ciò che fa – o non fa – per noi, beh, anche se all’inizio significa faticare e lottare alla lunga porta molto più lontano… e ci fa essere anche donne più fiere! Ogni nuova tappa sarà segnata con una barretta, a mò di bandiera… 🙂
Rebecka
28 Settembre 2016 at 12:41
Abbiamo l’obbligo di renderci felici! Soprattutto quando i sovversivi tentano di rovesciare il nostro regno, trafugandolo dalla serenità, bloccando le vie di accesso, di scambio, invertendo perfino i ritmi della natura per rendere arrido e sterile il terreno.
E’ in questi casi che bisogna armarsi contro il nemico, con lancio di noccioline e granate di riso soffiato, usando l’avena come scudo e l’uvetta come imbottitura.
Io, per riprendermi da questo settembre che mi mette alla prova pur non riuscendo a farsi odiare, affonderei i denti in una di queste barrette. Tutte le consistenze e le dolcezze come elisir di felice autunno.
Un bacio
Francesca P.
28 Settembre 2016 at 23:37
Reb, proprio così… obbligo e diritto! C’è chi li chiama ostacoli, chi demoni e chi sovversivi, come te, ma il concetto non cambia… ci sono situazioni e persone da combattere, cose che provano a spegnere la luce e il sorriso, ma è proprio allora che la scorta di cereali va fatta più grande e che dobbiamo armarci anche di miele per scivolare meglio via da tutto quello che blocca, o tarpa, o ferisce… amo la metafora delle armi che hai fatto, rende molto l’idea… e ci meritiamo un vassoio dove stenderci dopo la battaglia, per riprendere le forze! 🙂
L’autunno è appena iniziato e so che tu mi darai tanti motivi per amarlo…
Monica
28 Settembre 2016 at 16:00
Mi piace quando io e te, senza saperlo, ci inseguiamo.
Ieri ho preparato una zuppa con le patate dolci, ma quelle americane bianche che si trovano qui non le classiche arancioni.
Ed ora arrivo qui e trovo le tue barrette stupende e ricche, in colore e sapore e subito ne vengo rapita.
Dolci e belle, ora passo a prenderne un paio per merenda mentre coccolo quella testa pelosa e morbida <3
Francesca P.
28 Settembre 2016 at 23:43
Ho in mente di provare a frullare le patate dolci per fare una vellutata molto autunnale, ideale da servire quando anche a Roma il clima sarà diventato “da baita”… e sapere che tu hai inaugurato la stagione delle zuppe mi fa venire doppiamente la voglia!
Le patate arancioni le ho prese giustamente in onore di Tarallino e del suo pelo, sapevo che le avrebbe preferite di più, ahaha! 😀 Ma le tue con la buccia viola sono altrettanto belle e magari le vedrò sul blog, autoinvitandomi a pranzo con un mestolo in mano!
zia Consu
29 Settembre 2016 at 10:56
Benritrovata Franci e che bella lezione di vita che ci hai regalato! Mi piace questo tuo nuovo modo di affrontare il lungo inverno e mi siedo con te su quella panchina al sole a gustare una di queste squisite barrette!
A presto <3
Francesca P.
30 Settembre 2016 at 0:03
Consu, bentornata nel mio blog ma anche dalla vacanza! Riuscire a staccare un po’ è essenziale per affrontare al meglio il nuovo anno, io considero settembre un inizio a tutti gli effetti, come fosse gennaio… solo che fa meno freddo e sulla panchina si può stare senza cappotto pesante, senza sciarpa e senza guanti! 😀
larobi
29 Settembre 2016 at 16:53
ma che belle barrette!!! devo forse dirti che ho anch’io questo libro bellissimo??? ho segnato alcune ricette ma, ahimè, non ne ho ancora fatta una!!! diciamo che sono in un momento “molto denso” di vita …(faccina che ride a denti stretti…) sempre bello leggerti e ritrovare gusti e sapori a me affini! il pelo di Tarallino ben si intona con le patate dolci creando sempre quella tua armonia di tinte che mi fa star bene … ti abbraccio
Francesca P.
30 Settembre 2016 at 0:06
Robi, ho 4 libri di questa casa editrice, mi piace lo stile! Ricette originali che vengono bene e foto belle, il mix ideale! Appena avrai tempo, ti potrai sbizzarrire a provare ciò che ti piace, assaggiando anche queste barrette che hanno il pregio di usare in modo particolare la patata dolce!
Mi piace sapere che stia vivendo un periodo pieno, quel sorriso mi fa intuire che l’umore sia buono e quindi Buona Vita, pedalando, pedalando! 🙂
Io e Tarallino ti aspettiamo sempre qui, lo sai!
ricettevegolose
30 Settembre 2016 at 12:41
Che belle parole cara, come non darti ragione… sarà perché anche io questa estate ho trovato il coraggio di affondare il dito nella panna del maritozzo, metaforicamente parlando, anche più di una volta? 🙂 Fuori da ogni metafora invece addenterei volentieri una di queste barrette… mi salvo subito la ricetta! Un bacione :*
Francesca P.
30 Settembre 2016 at 23:01
Sono contenta che sappia cosa intendo, Alice, perchè l’hai vissuto! A volte dire No costa fatica, altre volte invece viene naturale… e quando si alza la testa e ci si ribella perchè si capisce che serve al nostro bene, è allora che si spicca davvero il volo e si è pronti a riprendere in mano la serenità!
Se vuoi possiamo continuarne a parlare mentre ci finiamo tutte le barrette… 🙂
Erica Di Paolo
3 Ottobre 2016 at 9:56
Tu sei un’anima speciale. E’ bello leggerti e cogliere ogni tua sfumatura. E queste robine qui, Francesca, tu sai quanto facciano breccia nel mio cuore. Mai pensato di poter usare una patata dolce. Mi illumini ^_^
Francesca P.
5 Ottobre 2016 at 23:08
Erica, grazie mille… le sfumature per me contano tanto, che siano di colore, di personalità, di sapori, di pensiero… e anche le patate le hanno, con le loro varie qualità! Quelle dolci possono rendere migliore l’autunno, vedrai… 🙂
Lucia Sarti
19 Ottobre 2016 at 17:07
Mi perdo fra le tue parole ritrovando il riflesso di me stessa.
Incantevole!