DEDICATO ALLE DONNE-ZUPPA

19 Febbraio 2017Francesca P.

Accoglienti, generose, confortanti: le donne-zuppa sono così, trasmettono calore, riempiono, coccolano. Non sono scontate e giocano con gli ingredienti, cercano sempre nuove idee, amano la creatività, assaggiano e sperimentano. 

Vogliono il colore, il sapore, la bellezza. Scelgono una scodella profonda, dai bordi alti, che sappia abbracciare e contenere tutto il buono. Preferiscono porzioni abbondanti, mangiano con gusto, si godono ciò che hanno.

Apprezzano le nuove conoscenze, se possono portare un profumo in più. Adorano le spezie, le erbe e tutto ciò che può completare il piatto, con fantasia. Sanno scaldare nelle notti più fredde e senza luna, così come dare sollievo nelle giornate estive più assolate, come freschi gazpachi da sorseggiare sotto una tenda o un ombrellone.

Le donne-zuppa fanno lunghe conversazioni con il frullatore, perchè sono amiche della morbidezza e del velluto, della pelle liscia e del mare calmo. Ma invitano a casa anche pasta, cereali, legumi e verdure, ascoltando le storie di ognuno e riunendole insieme, perchè è dall’incontro che nascono le ricette più riuscite, con l’aggiunta di qualcosa a cui non si era pensato. Mescolar(si) fa bene. Arricchisce. Insegna. Accende.

Le donne-zuppa sono per le cene lente, in cui c’è spazio per le parole e per gli sguardi, quando il mondo si spegne, come la televisione, in quell’attimo di vicinanza intorno al tavolo. Le donne-zuppa non hanno fretta, conoscono le cotture lente e la danza del mestolo, che gira e si prende cura della pentola, che va osservata da vicino e (sor)vegliata, alzando piano il coperchio e annusando, ad occhi chiusi.

Le donne-zuppa sono come le vedi, schiette, autentiche, sincere. Perchè le zuppe non ingannano, puntano sempre alla verità, vogliono essere amate per ciò che sono e perchè sono quello che sono. Per questo vengono servite da secoli, per questo ogni nonna e ogni madre le prepara, per questo esaltano anche la cucina povera, per questo sono un punto fermo a cui non si rinuncia: perchè puoi contare su di loro.

E quando la pancia è al caldo, si sa, si sta molto meglio.

 

ZUPPA DI PANE CON RADICCHIO E BITTO

500 g di pane raffermo

Brodo vegetale (q.b.)

Radicchio (a piacere)

Bitto (a piacere)

Mollica di pane o pangrattato (a piacere)

Olio extra vergine di oliva

Sale

Pepe nero e/o sale nero di Cipro

 

In un pentolino dai bordi alti, mettete il pane (a fette o a pezzi interi) e versate sopra il brodo vegetale caldo. Lasciate che il pane si ammorbidisca e con un mestolo girate delicatamente, fin quando il pane si sfalderà. Aggiungete il radicchio, tagliato a listarelle più o meno sottili. Amalgamate finchè il radicchio si appassirà. Unite anche il formaggio, tagliato a cubetti. Mescolate, fin quando vedrete che inizierà a filare. A parte, in un pentolino con un goccio d’olio, fate dorare la mollica di pane o il pangrattato. Assaggiate e regolate di sale.

Impiattate, mettendo la zuppa in scodelle o coppette e decorando la superficie con le briciole di pane e, se volete, qualche fogliolina di radicchio e di spinacino. Completate con una spolverata di pepe nero macinato al momento o di sale nero di Cipro.

*in sostituzione del Bitto, potete usare anche il formaggio Casera o la Fontina

(La prossima domenica il blog compie 4 anni… si festeggerà!)

41 Comments

  • barbara @ pane&burro

    19 Febbraio 2017 at 17:23

    con un titolo come questo, come potevo non precipitarmi qui a leggere questo post?
    ora.. non vorrei peccare di immodestia, ma nel leggere la tua descrizione delle donne-zuppa il mio primo pensiero è stato: “ma starà mica parlando di me?”..
    bellissimo post, buon viaggio e mandami tante foto 🙂

    1. Francesca P.

      20 Febbraio 2017 at 23:03

      Barbara, ho parlato assolutamente (anche) a te e guarda, ti indico con il dito, ehehe! Chissà quale zuppa ti senti di essere, in particolar modo… è un bel gioco, questo… altro che la domanda “di che segno sei?”, andrebbe chiesto “di che zuppa sei?” 🙂
      Ci sentiamo in privato in questi giorni, così ti racconto!

  • Anonimo

    19 Febbraio 2017 at 18:36

    Passo presto a trovarti, e tu già ci sei.
    Hai tinteggiato di viola le pareti della nuova casa e scelto scodelle profonde che accolgono meglio, come comode e morbide poltrone.
    La porta spalancata su questo tuo mondo, così semplice eppur così ricco.
    Io mi tuffo in una tazza e mi lasciò avvolgere da fili di formaggio: mi ci aggrappo, non voglio perdere la presa dei tuoi pensieri, e delle tue mani.
    Ci sto bene, sprofondata lì dentro, ho tempo per lasciarmi coccolare, e per ripartire più serena,
    dopo che una gattina ha ben mescolato.
    Perché mescolar(si) è il segreto: per creare l’uno da due o più… Ed è un uno che unisce, appunto.

    Ottima ri-partenza Francesca, tu sei donna zuppa per eccellenza, e noi come il pane che si sfalda ricoperto dal tuo calore… Le nostre parole, poi, sono come briciole che spargiamo sul velluto del tuo cuore!
    A presto, buona settimana cara amica mia…
    Anna

    1. Francesca P.

      20 Febbraio 2017 at 23:08

      Il viola non poteva mancare per l’inaugurazione della casa, ma ho scelto toni chiari, sul pastello, perchè avevo voglia di delicatezza, di quelle carezze che alcune zuppe ben sanno fare, quando sogni di rannicchiarti in una scodella come fanno i miei gatti con le scatole, tutti acciambellati, in cerca di un rifugio riparato! Il formaggio bitto fila assai, quindi abbiamo tanti fili per noi, da tessere come a formare una sciarpa che protegge… ed è bello scambiarsi poi le sciarpe, mescolare anche loro e prestarsele… le buone amiche fanno anche questo, condividono ogni fonte di calore…

  • Silvia

    19 Febbraio 2017 at 21:45

    Eccoti nella nuova casina!! Evviva! E apri con un post dal colore glicine/viola che già è tutto femminile di suo, quindi non può che essere una donna zuppa! È bella questa descrizione, credo che saremo in tante a rispecchiarci nelle tue parole, a rivederci mentre giriamo mestoli, parole, idee, colori nuovi e creatività! Il risultato è una zuppa sempre nuova, che ha saputo raccogliere tutto quello che di buono incontra strada facendo! Il fatto di potersi riconoscere e sentire una forma di appartenenza è davvero confortante, fa sentire un legame forte! Tante donne che condividono una passione comune e che hanno voglia di raccontarsi senza filtri! …È molto particolare questa zuppa, non ne ho mai assaggiata una simile sai? Un caro abbraccio

    1. Francesca P.

      20 Febbraio 2017 at 23:13

      Non vedo l’ora che torni il tempo del glicine e della lavanda, così quel colore sarà ancora più presente… e quando accadrà, vorrà dire che la bella stagione ci sta sorridendo, invogliandoci a mangiare zuppe più leggere e più tiepide! Intanto, però, sfruttiamo ancora il viola invernale del radicchio e non smettiamo di far danzare i mestoli, magari andando a ritmo con qualche canzone che ci piace… e tu sei brava a fare la playlist! 😉
      Le zuppe a base di pane le adoro, questa può essere una cugina della pappa al pomodoro, se vuoi… rivisitata con il tocco della gatta-zuppa, ahaha!

  • emanuela

    20 Febbraio 2017 at 7:31

    Ciao mia gattina ,
    ti avevo vista ieri sera, perché per far vedere a mia mamma la forma delle ciambelline col buco, che si fanno con lo stampino dei biscotti occhio di bue, son passata qui…. ho aperto e ho letto…ho esclamato “cavolo ha già postato!” e mia mamma “cosa? ha già postato?!, chi?! chi è? cosa dici!” ed io ..”niente,mamma … vedi? queste sono le ciambelline.. cioè… per far queste servono quegli stampini che dicevo ieri alla Betti (mia sorella),solo il pezzo sopra….” che ridere!
    però avevo adocchiato la ricetta, le tazze, il pane… quelle briciole che sembrano mimosa!
    io le adoro… le briciole intendo.. perché…. non sono mai abbastanza e puoi ..”ancora un altro pochino!” (cioè io faccio così con le briciole delle frolle delle crostate, delle ciambelle…. le raccolgo tutte nella ciotola dove ho i biscotti.. poi metto la mano dentro, ne prendo un po’.. come i gli uccellini apro il beccuccio e ham….) ….
    che bello poter riuscire a diventare una donna-zuppa che si avvolge in una mantella calda e osserva il tramonto rosso con in mano una tazza fumante…. una donna zuppa che non teme le rotondità, ma le ricerca … nella ruota di una gonna, nella corposità del burro, nella mantecatura di un risotto, nel morso ad una torta di mele, nel ventre un po’ abbondante e morbido, nei polpacci…. la donna-zuppa che va oltre e non si sommersa (sofferma! ho sbagliato a scrivere, ma ho lasciato quel sommersa,perché forse ha un senso) all’apparenza .. che dice vai bene così…. io vorrei tanto diventare una donna zuppa….
    sai,ieri mattina cercavo tra vari libri e anche blogghini delle ricette di carnevale…. non che non ne conosca (mia nonna faceva le castagnole e le frittelle sempre!),però mia mamma diceva..magari qualcosa di diverso…eh che, a carnevale – diceva lei- son tutte fritte le cose… allora io piglio un libro di una dottoressa,laureata in Scienza della Nutrizione che ha fondato una specie di Accademia, (l’Art-Joing-Nutrition),dove a cuochi, pasticceri, e nutrizionisti anche a cucinare le ricette anche della tradizione, ma in maniera sana, più ricca di vitamine e minerali ed antiossidanti e più povera magari di calorie, grassi… senza rinunciare al gusto.. ecco allora che magari cuoce le cose in un certo modo, oppure negli impasti usa tecniche per ridurre lo zucchero.. sicché in sto libro ci sta un capitolo dedicato al carnevale….ci sta la pignolata calabrese, le castagnole e i krapfen.. accompagnano la ricetta anche delle note esplicative, tipo friggere con lo strutto è il modo migliore, oppure altro..sicché vedo che una porzione di pignolata come presentata da lei, nei pirottini dei muffins,va bene per la colazione o una merenda seguita da una cena leggera, che una seadas fatta a “modo suo” ha gli stessi zuccheri di uno spicchio di mela e le stesse calorie di 6 frollini al cacao..allora io dicevo a mamma ..”ok!,ma io a colazione non posso mangiarmi una sola seadas.. cioè una cosa sola,dai mamma come faccio…anche la fettina di crostata che mette.. hai visto piccola!cioè ci credo che ha meno calorie di..mi sa che faccio meglio a seguire le altre ricette qui su sto libro…”…io la mattina mangio diverse cose.. senza pensare alle calorie, o quanti grassi mi son giocata… ecco… cercando di non farmi condizionare dalla composizione della ciambella che ha le uova magari….o del burro nei biscotti….
    ti ho fatto tutta sta trafila.. perché per quanto mi riguarda il diventare una donna .zuppa è faticosissimo,ma vorrei arrivarci…. ad avere quella libertà……quella morbidezza che serve ed ammortizza i colpi, che fa da scudo e fa rimbalzare le negatività, mentre si “deforma” accogliendo il buono,quello che fa bene….
    mo’ torno alla ricetta che mi piace un sacco a partire da quelle minuscole foglioline di radicchio che saranno croccantissime….
    e fanno una gola che vien da morderle… per non parlare delle tazze e delle tovagliette (io ho un debole per le tovagliette, come per le mantelle)..quella delicatezza….che bella che sei… io lo so che sei bellissima.. lo sento sai? lo vedo…. non potresti non esserlo….
    un bacino.. scusa oggi lo sproloquio..
    Manu..

    1. Francesca P.

      20 Febbraio 2017 at 23:19

      Vedi, si va in cerca di una ciambellina e si finisce dentro una scodella! 🙂 Questo il bello della cucina e dei blog, sono come dei viaggi in cui il percorso si scopre strada facendo e puoi trovare nuovi sentieri, tutti da conoscere! E poi è giusto pensare sia al dolce, sia al salato… per avere quel senso di completezza che tanto cerchiamo e che spesso le zuppe danno, perchè possono essere anche dei sostanziosi piatti unici, che contengono tutto tutto quello che ci fa bene e di cui il nostro corpo da bisogno… e tu sei già una donna-zuppa, Manu, guardati bene (dentro), hai parecchi tratti che corrispondono alla descrizione! Se tu vedi che sono bella, io vedo che hai tutte le carte in regola per riempire tante scodelle di vita… una alla volta, scegliendo i colori che più ti piacciono! Se ti servisse il viola, ovviamente, non hai che da miagolare e te lo porto io… 🙂

  • Chiara

    20 Febbraio 2017 at 8:05

    hai scritto la mia biografia cara Francesca, amo le zuppe perchè coccolano, scaldano e creano forti legami… se passi da me c’è una storia nuova, quella di una zuppa mancata…Un abbraccio e tanti auguri al tuo bellissimo blog !

    1. Francesca P.

      20 Febbraio 2017 at 23:21

      Chiara, arrivo subito a leggerti! E’ bello pensare che negli anni ci siamo servite tante zuppe, in senso metaforico, rafforzando il legame e il dialogo… 🙂

  • Rebecka

    20 Febbraio 2017 at 10:45

    Salve, sono la donna-zuppa e sono venuta a reclamare la mia porzione! 🙂
    Un abbraccio stella dolce

    1. Francesca P.

      20 Febbraio 2017 at 23:23

      Reb, per una donna-zuppa come te ci vuole la zuppa delle zuppe, mi devo inventare qualcosa che sappia di bosco, di fiabe, di luce, di forza, di passione… 🙂

  • Profumo di Sicilia – Piccolalayla

    20 Febbraio 2017 at 11:09

    Che mervigliaaaaaa… adoro le zuppe coccolose che ti riscaldano il cuore e l’anima… un abbraccio LA

    1. Francesca P.

      20 Febbraio 2017 at 23:25

      Grazie! Le amo anch’io e quelle fatte con il pane sono anche delle ottime idee per il riciclo di questo ingrediente… è come se rinascesse dentro una scodella! 🙂

  • Tatiana

    20 Febbraio 2017 at 13:19

    Allora io sono appieno una donna-zuppa, anzi quasi quasi mi conio da sola il termine di donna-scodella perché nelle scodelle io ci servirei di tutto, passo dalla zuppa all’insalatina mista-di-tutti-i-colori-e-di-tutti-i-sapori, al dolcetto al cucchiaio, al piatto etnico.. e perché no? Alla pastasciutta, all’insalata di riso.. e chi mi ferma più con le scodelle?
    Dici che una donna-zuppa ed una donna-scodella si divertirebbero insieme? Io penso di sì, tra mille scatti, passeggiate nel parco, in cucina a sperimentare, annusare, assaggiare, tra spezie e aromatiche, tra colori e accostamenti coraggiosi, parlando di libri, musica e cinema… ecco, penso sarebbero trascorrerebbero dei pomeriggi bellissimi!
    Che ne dici?

    1. Francesca P.

      20 Febbraio 2017 at 23:29

      Sai che anche io mangio l’insalata nelle scodelle, così come la carne con il riso e la macedonia? Insomma, quella forma tonda con i bordi che (rac)chiudono tutto il cibo mi piace, mi fa pensare alla conchetta che forma la mano, quando tutto è nel palmo, vicino…
      Noi potremmo divertirci molto, pensa anche a quante zuppe di mare nascerebbero dalle nostri menti, scodelle a forma di pesce o conchiglia non ci mancano di certo e dipingeremmo tanto blu… e forse arriveremmo anche a creare una fantasiosa, surreale e misteriosa zuppa blu, una ricetta solo nostra! 🙂

  • Margherita

    20 Febbraio 2017 at 13:27

    Siamo un po’ tutte protagoniste della tua storia e del tuo post. C’é forse una donna che non si sente un po’ zuppa? Credo di no. Mi piace un sacco questa ricetta originalissima, io che con l’amarognolo del radicchio vado proprio d’accordo e che se potessi con il bitto mi ci fodererei il giubbotto…. Un bacione grande e buona settimana!

    1. Francesca P.

      20 Febbraio 2017 at 23:32

      Ahaha, davvero vorresti un giubbotto fatto di bitto? Forse lascerebbe un odore un po’ fortino, una scia ben decisa… 😀 A questo punto, che sia viola come il radicchio che amiamo entrambe, bello caldo e avvolgente come le zuppe… e poi non resta che metterti in una scodella e assaggiarti, ehehe!

  • ipasticciditerry

    20 Febbraio 2017 at 15:44

    Direi che mi ci sono riconosciuta a mille in questa tua descrizione ma non ho mai pensato di essere una donna-zuppa ahahahah Anche perchè detta così (il titolo intendo) mi fa pensare a una pesante … brontolona, lenta. Da noi si dice: che zuppa che sei! Quando si vuole dire a qualcuno che è noioso, pesante e pedante. Ahahah punti di vista. Invece come hai descritto tu la donna-zuppa mi piace, mi ci trovo in pieno. Dunque la casetta nuova è già operativa, con questo bel vestito chiaro e quel colore dominante di viola mi piace molto. Ora andrò a sostituire il link nella blog roll, così non ti perdo in questo universo del web. Mi piacciono tanto anche le ciotole, così capaci, capienti e che tengono bene il calore di questa tenera e saporita zuppa. Mi ricorda le minestre che sono stata costretta a mangiare in un certo periodo della mia vita, da bambina, a causa di alcuni punti che avevo in bocca e sulla lingua ma questa è un altra storia. La tua zuppa invece è golosa con il bitto e il radicchio. Brava tesoro. Ti auguro una buona settimana e dai una carezza a chi sai tu. ♥

    1. Francesca P.

      20 Febbraio 2017 at 23:36

      Da noi si dice “che pizza che sei” per rendere lo stesso concetto! 🙂 A volte le donne sono anche un po’ pesantine, eh, ma fa parte di noi, della nostra natura profonda, non lasciamo nulla al caso, siamo esigenti, vogliamo cose perchè le diamo… le donne-zuppa offrono calore e accoglienza ma a loro volta vogliono essere scaldate dalle mani che prenderanno la ciotolina… anche quello è un momento d’incontro importante!
      Tarallino questa volta non ha partecipato al set, si vede che lui è più un gatto-pasta, ahaha, essendo un uomo! 😀

  • saltandoinpadella

    20 Febbraio 2017 at 16:03

    Io sono una donna zuppa, sicuramente amo le porzioni abbondanti e mangio con gusto, tanto gusto, ma proprio tanto 🙂
    e sono sicuramente una persona schietta. Secondo mia mamma anche troppo schietta, perchè dico le cose fregandomene del “politicamente corretto”. Ma non è questo il bello di una zuppa? ti avvolge dolcemente e ti coccola in un abbraccio familiare e carico di ricordi d’infanzia. La stufa economica della nonna, il dolce sobbollire dentro il tegame di coccio, il profumo che piano piano invade la cucina. Questa zuppa ha un aspetto così confortante, dolce ma saporita allo stesso tempo.

    1. Francesca P.

      20 Febbraio 2017 at 23:43

      Elena, anche io a volte sono fin troppo schietta… ma la verità è fondamentale, verso me stessa e con gli altri! Io imposto così i miei rapporti e chi mi conosce lo sa: avrà tanto, tantissimo da me, comprese parole sincere e dirette, senza peli sulla lingua!
      Le zuppe evocano ricordi belli come quello che mi hai regalato, è vero… io da bambina mangiavo i minestroni senza fare storie, mi imboccava mio nonno e quindi la mia trasformazione in donna-zuppa ha quell’origine! 🙂

  • Laura e Sara Pancetta Bistrot

    20 Febbraio 2017 at 18:25

    Chissà perché le zuppe da sempre sono donne, forse proprio per questo loro lato così materno, così caloroso e confortante, pronte ad accoglierci nelle fredde serate invernali nelle loro capienti scodelle colorate!!
    Il nuovo indirizzo del bistrot non poteva che essere inaugurato con qualche tocco di lilla e pennellate di luce!
    Buona settimana cara gatta 🙂

    1. Francesca P.

      20 Febbraio 2017 at 23:47

      La zuppa è donna, sì… ma anche la pasta è donna, come la pizza, se ci pensate! Le cose più buone ci appartengono… secondo me vuol dire questo! 😉 Laura è poi una donna-zuppa orientaleggiante, quindi ha anche qualche altra storia da raccontare in più, ehehe!
      Buona settimana a voi, che abbia questo colore che dà serenità, di cui non mi stanco mai…

  • Ileana

    21 Febbraio 2017 at 21:40

    Mi siedo al pc pensando:” finalmente posso (ri)passare con calma da Fra”…e leggo le tue parole 🙂 Non è troppo tardi per un panino, vero? 😀

    Tornando a noi…mi sono emozionata, sai? Forse perché ci vorrebbero più donne-zuppa, forse perché ci vorrebbero un po’ di punti fermi. Solidi, ma accoglienti come una zuppa. “Perché puoi contare su di loro”. Quanto è raro pronunciarle davvero queste parole, sentirle, senza paure o dubbi. Eppure le donne-zuppa amano anche questo, l’incertezza, i brividi e non sapere cosa avverrà poi…
    Rimango qui ancora un po’, a rileggerti e a stringere parole, perché sai già che queste parole le sento un po’ mie…:*

    1. Francesca P.

      22 Febbraio 2017 at 23:25

      Non è mai troppo tardi per ogni cosa che ci piace e ci apre lo stomaco con gioia! 😉
      Tu ai miei occhi sei una donna-zuppa con tanti cereali e semini, con le verdure fresche dell’orto tagliate a pezzettini e ovviamente dei crostini di pane fatto in casa, belli croccanti!
      Io credo che unire senso di protezione e passione sia il mix perfetto per dare un sapore deciso alla zuppa, i brividi possono essere la spolverata finale di formaggio oppure la punta di peperoncino da aggiungere… 🙂

  • Simo

    22 Febbraio 2017 at 7:14

    Sono una donna zuppa!
    Sì!
    Mi sono ritrovata, sai!?
    Purtroppo in casa mia devo sempre un po’ lottare per farle mangiare, che devo farci…uff
    Questa tua versione dev’essere l’apoteosi della bontà…adoro tutti gli ingredienti che hai usato, e….che altro dirti se non che, avrei voglia di auto invitarmi a casa tua!?
    Bacio

    1. Francesca P.

      22 Febbraio 2017 at 23:27

      Simo, sapevo che ti saresti ritrovata! Per la percezione che ho di te, ti vedo materna, accogliente, una donna presente, che sa amare e esserci, che si prende cura delle persone e non fa mancare mai un piatto buono in tavola… 🙂
      Con il pane raffermo, avevo fatto solo la pappa al pomodoro ma è bello creare varianti e giocare con ogni ingrediente, tutto è valido e tutto è lecito, ecco un altro pregio delle zuppe!

  • Claudia

    22 Febbraio 2017 at 17:32

    Che bellissimo post! Davvero ispirato! Un bellissimo modo per inaugurare il nuovo indirizzo, le zuppe danno sempre un gran benvenuto a casa 🙂 Le zuppe di pane poi ancora di più, così dense e corpose. Mi ci ritrovo in diversi punti, nella descrizione della tua donna zuppa; non posso certo dire in tutti, peccherei di vanità ed è una caratteristica che mi appartiene poco, ma mi sa che già immagini quali sono i passaggi che più mi appartengono 🙂

    P.S: Tra poco dovrebbe riaprire anche casa mia, grazie al cielo…e non vedo l’ora di partecipare ai festeggiamenti qui domenica prossima!

    1. Francesca P.

      22 Febbraio 2017 at 23:31

      Claudia, ero indecisa se postare una zuppa o un dolcino per l’inagurazione del nuovo dominio, ma alla fine ha prevalso la voglia di calore, di salato e di viola, il colore che accompagna tanti dei miei momenti speciali! L’idea di fare un post sulle donne-zuppa lo avevo in mente già da un po’, ero ispirata perchè ho pensato a me e alle persone che voglio avere intorno nella mia vita, che hanno proprio queste caratteristiche! Non mi stupisce, dunque, che tu ti sia ritrovata in parecchie righe, perchè ormai siamo amiche da parecchio! 😉

  • Ely

    22 Febbraio 2017 at 19:46

    Ecco non vorrei sembrare vanitosa ma io mi sento una donna – zuppa, confortevole, calda e anche capiente come una ciotola 🙂 perchè per accogliere gli altri, i loro pensieri, i loro umori e tutto l’amore bisogna essere tanta 🙂 e io lo sono e spero anche di essere confortevole come una zuppa che riscalda e riempie ma che lascia lo stomaco non troppo pieno per poter scegliere altro….
    Splendida e gustosa, come sempre!
    Un abbraccio!

    1. Francesca P.

      22 Febbraio 2017 at 23:37

      Ely, devi dirlo con fierezza di essere una donna-zuppa, è bello essere quel tipo di persona… le zuppe sono anche affidabili e l’affidabilità penso sia una dote rara ma fondamentale per rendere solido qualsiasi rapporto! E non a caso usiamo tanto formaggio, per creare legami e fili! 😉
      Grazie mille, un abbraccio!
      (sono contenta che sei tornata stabilmente nel mondo dei blog e di rileggerti ogni volta!)

  • Anonimo

    23 Febbraio 2017 at 9:09

    Praticamente hai messo insieme i puntini di un disegno misterioso e mi hai completata: il pane, il radicchio, i formaggi delle mie montagne…sono io? Forse sì, le donne, come le racconti mi (ci) somigliano tanto.
    Mi tengo un cucchiaio di questo sapore denso per i giorni più freddi 🙂

  • Manuela

    23 Febbraio 2017 at 9:09

    Ecco ero io, sono fusa, nemmeno ho scritto il nome 😉

    1. Francesca P.

      24 Febbraio 2017 at 0:06

      Certo, Manu, questa zuppa è assolutamente dedicata anche a te, che per me sei la regina del pane da sempre, da quando ti ho scoperta! E se quello raffermo appare spesso nelle mie ricette, è anche grazie all’amore per lui che mi hai trasmesso… perchè le donne-zuppa non buttano via le cose preziose e sanno valorizzarle! Vale per il cibo e per le persone… 🙂

  • Serena

    23 Febbraio 2017 at 13:52

    Presente all’appello, sono una donna zuppa anche se sono sempre a mille quindi il mangiare lento non mi si confà. Bellissima la nuance di colori che hai usato rendono moltissimo in foto. Complimenti

    1. Francesca P.

      24 Febbraio 2017 at 0:10

      Grazie, Serena! Trovare tempo e modo di mangiare con calma almeno è una bella battaglia nelle nostre vite frenetiche, però una zuppa gustata lentamente, anche solo una volta ogni tanto, secondo me è ancora più buona! 🙂

  • Melania

    24 Febbraio 2017 at 0:26

    I colori che hai usato per accoglierci sono meravigliosi. Mi piace questa nuance. È forte, decisa e quasi preannuncia un flebile accenno a ciò che sarà.
    Questo tuo mondo così delicato, dove sulla panchina della vita osservi ed afferri tutto ciò di cui senti il bisogno.
    Questa continua voglia di aggrapparsi alle piccole cose e da quelle creare spiragli di luce.
    La luce che facciamo entrare dalle imposte, ad illuminare gli assi, colorare i piatti e i giorni a venire.
    Questo tuo mondo dove la lentezza non equivale mai al fermarsi, ma ad un lento e continuo progredire e, nel mentre guardarsi intorno. Si, perché tu osservi tutto. Scruti con attenzione, tiri lunghi sospiri e raccogli tutte le emozioni.
    E quando qualcosa non va, ti sposti poco più in là, verso ciò che ti ha resa forte e sicura.
    Le donne-zuppe sono questo e tanto altro di più.
    Conoscono i punti perché sanno quando fermarsi. Delle virgole amano quella vicinanza mentre si raccontano della distanza.
    E sui puntini…su quelli le donne zuppa appoggiano tutti i sogni da realizzare.
    La tua vellutata sarebbe perfetta adesso! Chissà che prima o poi non la condivideremo sedute allo stesso tavolo.

    1. Francesca P.

      24 Febbraio 2017 at 0:37

      Questo commento si è fatto aspettare e desiderare, ma valeva la pena provare a vincere gli intoppi irrazionali di WordPress, perchè hai appoggiato parole bellissime… che mi dimostrano che hai capito parecchio di me, del mio mondo, del mio sentire, del mio vivere! Quella panchina è come un porto sicuro… mi ci fermo tutte le volte che mi serve una pausa dal viaggio per riprendere fiato e capita anche di gustare seduta comoda una zuppa, messa nella lunch box! 😀
      Amo il discorso sulla punteggiatura… e se i puntini di sospensione non mi abbandonano mai, ecco il motivo, lo hai spiegato tu!
      Ti porterei davvero una scodella calda, perchè a quest’ora la cena deve somigliare ancor di più ad una coccola… e confortare più di una camomilla prima di dormire! 🙂

  • Monica

    24 Febbraio 2017 at 10:00

    Ben ritrovata amica dalle parole magiche e dai toni pastello, così delicati che ti si addicono alla perfezione.La donna-zuppa è una fatina dei sogni, quello a cui si aspira ad arrivare nel futuro: mamma, nonna, zia delicata e che sa amare attraverso piatti che accarezzano le guance e scaldano il cuore.
    Mi piace questa donna e anche questa zuppa che trovo qui, se solo potessi allungare il cucchiaio per prenderne un poco…
    Bacioni

    1. Francesca P.

      24 Febbraio 2017 at 15:41

      Prima ho aperto l’armadio e mi sono accorta che ho anche tanti vestiti di quel colore… deve essere una specie di fissazione, ahaha! 😀
      Bello essere una fatina, anche solo col pensiero… fare piccole magie, volare leggera sulle cose, possedere una bacchetta per far avverare i desideri…
      Grazie, Monica, ti passo tutta la coppetta, una porzione solo per te! 🙂

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