SENTIRSI VICINI

11 Ottobre 2015Francesca P.

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Se le distanze fossero una fetta di ciambellone, le inzupperei in una tazza di tè caldo per ammorbidirle e quasi farle sbriciolare. Se fossero una carota, le grattugerei per renderle impalpabili e setose. Se fossero un pezzetto di zenzero fresco, le pelerei per levigarle e arrotondarle. 

Se fossero un gelato, ci metterei un po’ di panna in più per farle cremose, cremosissime. Se fossero una melagrana, vorrei che ogni chilometro fosse un chicco da togliere. Se fossero dei grissini, li metterei in fila, uno di seguito all’altro, per costruire un ponte su cui passare sopra.

La ricetta con le dosi esatte per abbattere le distanze non l’ho ancora trovata. Ne ho sperimentate varie, però, nel tempo. Me le sono fatte suggerire dai treni presi in corsa e prenotati all’ultimo minuto, dalle mani che attraverso una penna o dei tasti lanciano saette di parole, dalla voglia di non perdersi, dalle emozioni che sanno essere davvero tenaci e testarde. Anche più di noi.

A volte sembra difficile, se non impossibile, domare le distanze. Ma altre volte è persino facile. E divertente, come un gioco. Un gioco fatto di (buona) volontà, dialogo, opportunità da creare, sorrisi inaspettati in una giornata di pioggia.

Un sorriso inaspettato che ha accorciato le distanze è quello che mi è spuntato giorni fa, quando è arrivato un pacco. Rettangolare, dal suono pieno. Con all’interno una sorpresa che desideravo, lieve come polvere magica finissima, dal calore autunnale ma dalla gioia estiva.

Una sorpresa che si chiama farina di carrube, che ha acceso la mia curiosità dopo aver visto il film “L’attesa” di Piero Messina e le fettuccine scure che Juliette Binoche prepara in una scena. Sembra sia stata la madre del giovane regista, cuoca siciliana di professione, ad aver personalmente insegnato all’attrice francese come farle. “Devo assolutamente provare anche io!”, mi sono detta. E la Sicilia è tornata nuovamente sulla mia strada e nel mio piatto…

Ringrazio Manuela per avermela regalata e servita su una spianatoia lunga dalla Brianza alla capitale, su cui impastiamo confidenze, sintonie e visioni affini sul costruire i rapporti in modo solido: con naturalezza, senso di presenza e profonda leggerezza, così come si dovrebbero affrontare le distanze. Quando ci si tiene e ci si sente comunque vicini.

Perchè lo si è, dentro.

MAFALDINE DI CARRUBE CON ZUCCA E GORGONZOLA

Ingredienti per 4 persone:

100 g di farina di carrube

400 g di semola di grano duro (o un po’ di più, se necessario)

250 ml di acqua

2 uova

350 g di polpa di zucca

Mezza cipolla o mezzo scalogno

Gorgonzola (a piacere)

Olio extra vergine di oliva

Sale

Pepe

Erba cipollina (facoltativo)

Setacciate le farine, unitele e mescolatele. Versate l’acqua poco a poco, impastate finchè la farina l’avrà assorbita e poi incorporate le uova. impastate fino a ottenere un impasto liscio ed elastico. Potete fare quest’operazione a mano, sopra la spianatoia, oppure con una planetaria. Formate una palla con l’impasto.

Su un piano infarinato, dividete l’impasto in due e con il mattarello tirate la sfoglia sottilmente. Lasciate riposare e asciugare per circa 20/30 minuti. Arrotolate la sfoglia e procedete a tagliare le mafaldine con la rotella tagliapasta coi bordi dentellati.

Lavate e tagliate la polpa di zucca a pezzetti, riducendone alcuni pezzetti a dadini piccoli. In una padella con un filo d’olio, soffriggete la cipolla e lo scalogno e unite i pezzi più grandi di zucca. Cuocete finchè saranno teneri. In un padellino con un filo d’olio, cuocete i dadini di zucca più piccoli. Frullate i pezzi di zucca più grandi con un pizzico di sale e poi adagiate la crema nella padella. Unite i dadini di zucca più piccoli e mescolate.

Cuocete la pasta in abbondante acqua salata.

Nella padella con la crema di zucca, fate sciogliere il gorgonzola e quando la pasta è cotta rovesciatela, mescolando bene e mantecando. Servite con una spolverata di pepe nero macinato al momento e decorate, se volete, con erba cipollina fresca spezzettata.

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77 Comments

  • Ro

    11 Ottobre 2015 at 19:52

    Stasera la commozione mi avvicina inesorabilmente, come se poggiando il mio palmo sul monitor potessi sentire la tua mano morbida a riflettere la mia.
    Stasera un bel sorriso pieno di curiosità mi accende il viso e chiede – complice d’intento con un’ammiccatina – di poterne sapere assolutamente di più.
    Stasera, così come ogni sera dedicata a questo posticino, è come se ti avessi qui di fronte a me e la distanza è azzerata. Così forte riesco a sentire le tue parole e i tuoi pensieri da meravigliarmi possano esserci kilometri tra noi!
    Con qualunque mezzo, sogno, magia, ingrediente tu voglia sentirti vicino a chiunque meriti la tua vicinanza, so già riuscirai perfettamente nell’intento.
    Bellissime queste mafaldine, hanno un bel nome, un buon sapore ed una bella copertina di luminosa zucca! Le invidio quasi un po’! 😉

    1. Francesca P.

      11 Ottobre 2015 at 20:50

      Con persone come te la parola “distanza” non solo non esiste, ma neanche fa paura. Perchè non ci siamo mai preoccupate di lei, l’abbiamo scavalcata dal primo giorno con un balzo felino che ha unito istinto e apertura e abbiamo bucato lo schermo con le mani, andando oltre come i supereroi che hanno il potere di passare attraverso i muri… e per questo ti sento vicina davvero, anche se i nostri occhi verdi non si sono mai guardati, perchè la forza dei pensieri e il “sentirci” ha vinto su tutto con quella naturalezza e quel senso di presenza di cui parlavo e che per me è fondamentale… certo, roba per pochi (eletti) ma quando capita ascolta che concerto di fusa… 😉
      I chilometri, se il cuore batte, si mangiano come un primo piatto pieno di arancione…

  • Ileana

    11 Ottobre 2015 at 19:57

    A volte le persone più lontane sono quelle più vicino a noi, sono le persone con cui spesso non servono parole, sono le persone con cui la sintonia è così forte da sentire la loro presenza accanto a noi, sempre.

    A volte ho paura di aver alzato troppo le barriere nel corso degli ultimi anni, ma poi penso che ci sono persone che, con naturalezza, son riuscite ad andare oltre.. e ne sono felice.

    ..e leggere queste tue parole fa bene al cuore, è sempre emozionante leggere di rapporti così veri, spontanei..e belli!

    Ps: mi piace molto la farina di carrube ed ora sono curiosa di assaggiarla nella pasta!

    1. Francesca P.

      11 Ottobre 2015 at 20:59

      Il destino da sempre mi ha fatto incontrare persone lontane che per un tempo più o meno breve sono diventate speciali… quante lettere ho scritto, quante telefonate ho fatto, quanti treni ho preso, quanti abbracci e saluti ho dato! E io ci ho sempre messo me stessa in questi rapporti, non penalizzandoli per la distanza, anzi… credo sia stupido lasciarsi scappare occasioni e anime belle per colpa dei chilometri, quindi da parte mia ci metto tutto l’impegno per essere presente in tutti i modi che posso! E in fondo con il blog faccio un po’ lo stesso e raggiungo tutte voi ogni settimana senza stancarmi e senza mollare, perchè tutto va curato come una pianta per farlo crescere… e tu da brava campagnola lo sai! 😉
      ps: la prossima volta farò dei ravioli con questa farina, ma se vuoi provare prima te… 😉

  • silvia

    11 Ottobre 2015 at 20:26

    Ecco che la sintonia di cui mi parlavi ritorna, ritorna ed è necessaria per accorciare le distanze! Hai detto una cosa bellissima (va beh mica una sola, ne dici un migliaio di cose belle :)) ma l’ultima frase “quando ci si tiene” ecco qui è racchiusa la volontà di superli tutti i chilometri che separano, perchè comunque è una distanza soltanto fisica e mai del cuore! Si potrebbero prendere le tue mafaldine e metterle una dietro l’altra per creare un ponte, ma almeno qui, c’è la possibilità di lasciarle nel piatto, tutte belle condite di cremosa zucca, perchè tanto le distanze non si sentono! e allora è bello così’, attraverso le parole e i racconti, sentirsi insieme al tavolo del tuo bistrot! e comunque anche nella vita in generale, non ci sono confini quando le persone ce le portiamo dentro di noi!! p.s.: le tue foto sono sempre bellissime e danno un’emozione intensa!!

    1. Francesca P.

      11 Ottobre 2015 at 21:08

      Sì, Silvia, sono stra-convinta che il segreto sia tutto lì: tenerci. Quando ci tieni, c’è una spinta in più a combattere contro tutte le difficoltà. Ti senti più forte. E meno sola. Con il tuo sentimento forte tra le mani, che ti fa agire-dire-dare. E anche se a volte arriva la fatica o la stanchezza, si resiste in nome di qualcosa di bello (e prezioso) che si prova dentro. E allora è possibile creare quella vicinanza di cuore che va affrontata senza paura… peccato che tante persone non lo capiscono o non lo vogliono capire, ma che importa? Peggio per loro… chi ci riesce secondo me è più ricco interiormente e si intende… come noi! 😉
      Sappi che la distanza tra Roma e Milano per me è una passeggiata, al prossimo viaggio verso Nord tieniti pronta che di tutte queste cose potremo parlare a voce! 🙂
      ps: Fino a due anni e mezzo fa non avrei mai pensato di emozionare con foto di cibo e stento ancora a credere sia così… ma che bello, grazie!

  • liz

    11 Ottobre 2015 at 20:30

    Che bella penna che sei, e anche, ma questo forse è banale constatarlo, una grande accostatrice di sapori!
    P.S. Amo l’erba cipollina!

    1. Francesca P.

      11 Ottobre 2015 at 21:11

      Liz, che belle parole mi hai lasciato, grazie mille! La penna è il mio “props” principale che tengo in mano da sempre, ancora prima del mestolo! Ho imparato prima a cucinare parole, poi mafaldine, ahaha! 😀

  • Anna

    11 Ottobre 2015 at 20:38

    Francesca cara, tu conosci bene la ricetta per annullare le distanze.
    Quando ci tieni (per mano) e ti sentiamo vicina.
    …Tu che impasti farine di sentimenti e disegni autostrade di parole soffiando zucchero a
    velo sui nostri passi.
    …Perché tu conosci bene le pieghe nascoste nelle nostre risposte, che Ascolti sempre con l’umiltà delle persone saggie.
    …E se le distanze fossero spaghetti, sarebbero proprio
    come qui, sottili… e pronte ad annullarsi…

    “Quando ci si tiene e ci si sente comunque vicini.
    Perché lo si è, dentro”… e tu SEI.

    Buona settimana Francesca, su spianatoie di mani che si toccano…
    Anna

    1. Francesca P.

      11 Ottobre 2015 at 21:21

      Anna, la conosco dopo averne provate tante e aver corretto le dosi, aver alzato i grammi di impegno, diminuito i centilitri di impazienza e aver capito la giusta cottura da dare ai rapportichemipiacciono…. dorati, croccanti, lucidi e ben spennellati di Emotività!
      A volte sentiamo distanti persone che sono a un passo da noi, mentre altre volte si vola di città in città senza incontrare nemmeno un temporale… le cose difficili mi stimolano e forse anche per questo vivo le distanze come una sfida, di sicuro so che “essere” vuol dire “crederci”… e soprattutto “darsi”. Se non ti dai, non hai. E io voglio avere. Anche le tue parole a cui ormai non potrei più rinunciare, ogni settimana. E la mia mano è qui.

      1. Anna

        11 Ottobre 2015 at 22:03

        Ops… mi è scappata una i, persone sagge!!!
        E confermo, sei proprio saggia… tu HAI perché tu SEI…
        Anna

  • Paola

    11 Ottobre 2015 at 21:20

    La ricetta per accorciare le distanze esiste. L’ha scritta chi ha saputo credere nella bellezza delle proprie emozioni, quando sa che sono condivise. L’ha scritta chi ha avuto il coraggio di viverle fino in fondo e ha colto in ogni treno che passava la possibilità di farsi trascinare dal cuore verso il blu della felicità. L’ha scritta chi ha voluto toccare la possibilità di quel che sarà, mano nella mano. L’ha scritta chi ha riempito di parole i km e di silenzi la distanza di due sguardi che si perdono l’uno nell’altro.
    Le distanze nascono per lasciare spazio e fantasia per colmarle, trasportate dai binari che possono portare fino a un sorriso amico o innamorato. E il riferimento ai binari non è casuale, come non credo sia casuale la forma e la disposizione a binari di queste tue tagliatelle nella foto. Quante vie per ridurle, quelle distanze che tanto spaventano. Imboccare quella giusta non è solo fortuna, è volontà.. e quel pacchetto che è arrivato basta a far capire che se la volontà è forte, non c’è distanza che tenga 😉
    Io adesso mi faccio largo sul mio, di binario, per toccare con mano, e naso, e occhi, l’arancio intenso di questo autunno che è come la zucca e quel localino che conosciamo bene 🙂

    1. Francesca P.

      11 Ottobre 2015 at 23:33

      Sai che non avevo pensato alla forma delle mafaldine come a dei binari? Ma hai perfettamente ragione, è vero! I treni anche a livello inconscio fanno parte di me… e finisco pure per impastarli e mangiarli, non contenta di salirci! Avevo smesso, poi ho ricominciato… adesso chissà, vedremo per quanto tempo saprò stare buona e ferma prima di ri-partire e lottare per abbattere quelle distanze… di sicuro voglio farlo solo quando e se ne vale la pena, se in ballo c’è qualcosa di vero, di forte e di serio che non svanisce troppo presto…
      La volontà, eh già, va messa come la farina nella pasta fresca… la tua ti ha portato fino a Roma, a rafforzare la tua promessa e far diventare realtà quello che sembrava solo un sogno… un sogno che da lontano è diventato vicino, quindi sei un esempio pratico di come le distanze possono essere abbattute! 🙂

  • larobi

    11 Ottobre 2015 at 21:26

    Mafaldine che attraversano spazi, corrono sinuose tra strade e colline, sorvolano fiumi e arrivano dritte al cuore di chi le prepara, di chi le mangia, di chi si perde nelle tue foto , di chi legge le tue sempre poetiche parole! Un abbraccio grande cara

    1. Francesca P.

      11 Ottobre 2015 at 23:53

      Mafalfine come funi da lanciare, come fili da tessere e come strade da intrecciare… mi piace come immagine, Robi, allora dovrò attrezzarmi a stendere una pasta luuuuuunghissima per bussare a varie porte, la tua compresa! 🙂
      Ricambio l’abbraccio e se vuoi preparo per te un condimento per la pasta tutto verdino! 😀

  • Virginia

    11 Ottobre 2015 at 22:21

    Le distanze ci mettono continuamente alla prova e se alcuni legami vengono meno, altri riescono a diventare ancora più solidi. Io ho sempre patito la lontananza, ma col tempo ho imparato che si può essere molto vicini anche a migliaia di chilometri di distanza. E’ una questione di pelle, di olfatto, di pensieri comuni e di sguardi complici… Non necessariamente si deve essere vicini per creare grandi legami e addirittura tante volte, pur essendo vicini fisicamente, ci si sente mentalmente distanti.
    Io che sono a metà strada tra la Brianza e Roma, con molta ammirazione vedo passare sopra di me chiacchiere, risate e mafaldine 😉 Adesso sono incuriosita dalla farina di carrube e se la trovo sappi che le tue mafaldine saranno il primo esperimento!
    P.S.: scusami per l’assenza, ma presto recupero tutto :-*

    1. Francesca P.

      12 Ottobre 2015 at 0:17

      Ciao Virginia, posso dire che mi sei mancata o lo sai già?! Però, ricollegandomi al discorso sulle distanze, ci si sente vicine anche se le parole hanno una pausa, perchè sai che è solo momentanea e presto un nuovo abbraccio arriverà… e infatti è arrivato! 🙂
      Potrei usare la spianatoia come fosse un treno e fare una fermata a metà strada tra Brianza e Roma, da te, che dici? Così posso portarti direttamente queste mafaldine e fartele assaggiare! La farina di carrube, per tutte le appassionate sperimentatrici come noi, va provata e messa in un bel barattolo di vetro in fila accanto alle altre… e in questa stagione dà anche il tono di colore giusto, pronto da mettere su Pinterest, ahaha! 😀

  • Manuela

    11 Ottobre 2015 at 23:04

    Stavo per chiudere il pc, gli occhi stanchi, la voglia di dormire…ma sentivo che sarei dovuta passare prima e sono così felie di aver ascoltato questa sensazione!
    In foto è ancora più bella di quanto sembrava nel pacchetto!
    Sono sempre stata convinta che nei rapporti serva volontà, esattamente come quando stendi la pasta fresca a mano: è faticoso, ci sono istanti in cui la pasta rischia di strapparsi, altri in cui bisogna dosare la farina per non farla appiccicare alla spianatoia…E’ un gioco fatto di piccole attenzioni, che con la giusta cura può dar grandi soddisfazioni.
    Ora, però,dovrai spiegarmi per filo e per segno come usare questa farina, qual è il suo sapore, il suo profumo! 🙂
    Notte Francy!

    1. Francesca P.

      12 Ottobre 2015 at 0:27

      Mi chiedevo se avresti letto stasera o domani e sono contenta che il fiuto felino che fa parte anche di te ti abbia guidata qui quando le mafaldine sono ancora ben calde dentro il piatto! 😉
      Anche se non sono una brava impastatrice come te, sai quanto sia d’accordo con la tua metafora… quelle piccole attenzioni sono fondamentali come le pieghe per il pane, non vanno dimenticate nè fatte di fretta… noi sappiamo bene tutti i motivi che ci legano e ci fanno stare qui mese dopo mese… e il tempo, come per i lievitati, è un ottimo consigliere anche in amicizia, perchè fa sparire i rapporti che non valgono e rafforza quelli giusti…
      La farina ha un odore molto particolare, ma è meno dolciastra di come immaginavo, si può abbinare un po’ con tutto secondo me… ma per scoprirlo non ti resta che tornare in quel negozietto e prendere un bel pacco per te, stavolta! 🙂 Grazie ancora… il tipo di sorriso che mi hai regalato con questa sorpresa è tra i miei preferiti…

  • Daniela

    12 Ottobre 2015 at 0:00

    Il bello di tutto, il senso di ogni cosa è proprio questo, e mi emoziono mentre ti leggo e scrivo, e mentre ricordo quel giorno quando raccontavi di questa farina. 🙂 Credo fortemente in quello che dici credo che possano esistere dei rapporti veri e sinceri, credo nei gesti spontanei, nelle parole che arrivano come abbracci nel momento del bisogno, nelle distanze che scompaiono quando c’è davvero la volontà e l’interesse di coltivare qualcosa di importante, la ricerca del buono che c’è intorno a noi basta cercarlo, scoprirlo, e tenerselo stretto. Come il potere di miscelare acqua e farina, impastare per combattere la malinconia, e che bello sarebbe impastare insieme, per ritrovare un sapore o cercarne uno nuovo. Quanto mi piace questa pasta Franci, ero curiosa di vederla sai, quel piatto così colorato è proprio invitante anche a quest’ora, mi piacerebbe proprio sentire il sapore che ha 🙂

    1. Francesca P.

      12 Ottobre 2015 at 0:36

      Ricordo anche io quando te ne parlavo, avevo visto da poco il film e avevo negli occhi quella scena che mi si era stampata in mente… 🙂 Mi piace essere passata dal cinema alla mia cucina grazie al pensiero di una persona speciale che conosci anche tu… e sì, sarebbe davvero piacevole riunirci tutte a impastare, magari facendo una ricetta di Giorilli, ahaha! E proporrei di usare i funghi perchè quelli che hai raccolto tu sono buonissimi di sicuro e sogno anche la passeggiata per trovarli… 🙂
      Il Bello sai che non smetto di cercarlo e di afferrarlo al volo appena posso… e condividerlo con chi sa apprezzare è già di per sè Bellezza…
      Ti abbraccio, Dani!

  • Alice

    12 Ottobre 2015 at 10:16

    La distanza è strana, ti fa capire a chi tieni veramente e chi invece può mancarti tranquillamente. Per lavoro sono stata 4 anni lontana dall’Italia, una grande distanza materiale che mi ha fatto perdere tanti “amici” ma pochi sono ancora qui, ed è con quei pochi però nella realtà che si è sempre aperto il mio cuore con gli altri erano risate e serate…perdersi a volte può essere positivo.
    Ma non vorrei perdermi l’assaggio di questo piatto delizioso, mi incuriosisce la farina di carrube nella pasta, da provare.
    Baci e buona settimana
    Alice

    1. Francesca P.

      12 Ottobre 2015 at 10:47

      Sono giunta alle tue stesse conclusioni, Alice… in amicizia il “meglio pochi ma buoni” è il mio motto, il tempo e le strade che prende la vita mostrano bene chi davvero merita di esserci e quali sono i legami che resistono a tutto… distanza compresa. E quando capisci questo, facendo una selezione naturale a volte anche dolorosa, poi ti senti più forte… e più ricca, perchè sai che alla tua tavola siedono solo i commensali migliori, quelli che sanno apprezzare e valgono!
      Questa farina è già diventata un’amica per me e vedrai, accadrà anche a te appena metterai le mani in pasta! 🙂

  • Monica

    12 Ottobre 2015 at 11:39

    Corro lungo quei bordi frastagliati e mi immergo nella bellezza delle tue parole, che sfociano in un piatto a dir poco stupendo. In tutto!
    I colori, l’idea da dove sei partita, l’impasto, il condimento…tutto spettacolare, e ben presentato.
    Del resto amo passare di qua, e ogni volta tu mi ricordi il perché <3

    1. Francesca P.

      12 Ottobre 2015 at 15:19

      Mi piace il percorso che mi ha portato a questa farina e a questa pasta fresca… l’estate in Sicilia, poi la visione del film, poi lo scambio di chiacchiere con Manuela, poi ancora il suo regalo e infine le fettuccine che sono diventate mafaldine un po’ all’improvviso, appena mi sono ricordata di possedere quel tagliapasta che apparteneva alla mia bisnonna, pensa te! Sì, direi che questo piatto entra di diritto in quelli del Cuore per tutti questi motivi! 🙂
      Grazie per il tuo affetto, Monica, tutte le volte che vieni troverai sempre un abbraccio!

  • Giulia

    12 Ottobre 2015 at 11:52

    Quanta poesia che trabocca dalle tue parole e dai tuoi scatti, in quell’impasto già steso e spolverato che pare ricoperto da una spruzzata di neve, in quei pezzetti di erbacipollinasbarazzina, e in tutto il resto! Le distanze spesso sembrano “non andare bene”, quando spesso capita di dire “eh siamo troppo lontani”, oppure in altre occasioni “tanto vicini, forse troppo”… Ma in realtà tutto dipende da noi, sta a noi riequilibrarle, in qualche modo e con un po’ di impegno. Buona settimana e come sempre grazie!

    1. Francesca P.

      12 Ottobre 2015 at 15:26

      Giulia, grazie mille a te! La pasta fatta in casa credo sia uno dei cibi più poetici in assoluto, perchè si inizia da una polvere magica e poi guarda cosa nasce… quella luna tonda e morbida che si può plasmare e far diventare tutto ciò che vogliamo… basta avere un’idea e liberare la fantasia!
      E sì, dipende da noi come vivere i rapporti, come impostarli, quanto dare e quanto investire… io ci metto lo stesso impegno che ho quando cucino, spruzzato di neve e passione! 🙂

  • scamorza bianca

    12 Ottobre 2015 at 12:05

    E’ sulla distanza che si giocano le vere amicizie, perché devi far “fatica” per coltivarle e devi volerlo davvero con forza… certo se arrivando da un’amica trovassi un piattino così, mica la lascerei più!!!!!

    1. Francesca P.

      12 Ottobre 2015 at 15:30

      E’ verissimo, più i legami superano difficoltà e ostacoli, più vuol dire che sono forti e non si fanno spegnere nè dalle distanze, nè dalle vite divise… come per gli amori, la lontananza spegne quelli che non erano così speciali e una volta scoperto ci si dedica solo a chi conta… e alle amiche preziose che regalano le farine tanto cercate e desiderate! 😉

  • saltandoinpadella

    12 Ottobre 2015 at 12:49

    Quelle mafaldine mi hanno fatto pensare a sentieri che salgono per colline, che attraversano campagne, cammini che annullano le distanze tra due persone che condividono gli stessi interessi, sensazioni, emozioni e sentimenti.
    Non ho mai provato la farina di carrube, l’accostamento di colori con la zucca è bellissimo, hai racchiuso tutto l’autunno in un piatto

    1. Francesca P.

      12 Ottobre 2015 at 15:40

      … sentieri che hanno curve e salite, punti più ripidi e scoscesi, ma anche rettilinei assolati e senza sassi in cui correre forte, verso un abbraccio, un camino acceso, una tavola apparecchiata, un naso sporco di farina…
      Adoro scoprire sempre qualcosa di nuovo e so che sei d’accordo, quindi buona ricerca per questa farina tutta da assaggiare! 😉

  • Vanessa

    12 Ottobre 2015 at 13:06

    Trovo davvero incredibile come ogni cosa, vista con i tuoi occhi acquisti bellezza! La distanza come chicci di melagrana… viene quasi voglia di sperimentarla subito! E aprire una melagrana con la curiosità di sgranare i chilomentri rossi, lucenti, tanti preziosi rubini! E poi ecco, mi dai un motivo in più per voler vedere “L’attesa”! 😉 Scappo a mangiare, che mi hai messo fame! 🙂

    1. Francesca P.

      12 Ottobre 2015 at 15:42

      Vane, grazie! Alcune immagini nascono sul momento, in base a ciò che ho appena fatto che mi fa da ispirazione… ad esempio, avevo preparato una ricetta con la melagrana per Ifood ed ecco che mi è venuta in mente quella frase che ti ha colpito! Prendere dal vissuto, è questo che mi piace fare… mettere sulla spianatoia anche gli ingredienti per i post! 🙂
      Buon film, mi dirai cosa ne pensi… anche solo per quella scena, sono contenta di averlo visto!

  • Laura

    12 Ottobre 2015 at 15:04

    Sono sorprese come queste che, se ci pensi, è una sciocchezza, ma grande grande per quanto davvero sia riuscita a farti sentire vicino una persona. E sono atti come questi che ti riempiono il cuore più di qualsiasi altro.
    La pasta….che dire….tocca trovare la farina e provare a farla. Bellissima la ricetta ;-)!

    1. Francesca P.

      12 Ottobre 2015 at 15:45

      Laura, tu che sai quanto volevo questa farina puoi immaginare la mia faccia stupita quando ho aperto il pacco! Mi sono sentita una bambina con gli occhi che brillano! 😀 La cucina sa regalarmi sempre di più dei sorrisi speciali e quando le amiche diventano complici è ancora più bello…
      A presto, quando ci rivedremo ti parlo a voce meglio della farina anche se spero l’avrai già trovata nel frattempo! 🙂

  • Su

    12 Ottobre 2015 at 15:54

    pura poesia, le tue parole, le foto e quel piatto di pasta avvolgente e colorato!
    baci

    1. Francesca P.

      12 Ottobre 2015 at 16:00

      Grazie, questo blog per me è come un cibo per l’anima e sono contenta che venga recepito… 🙂

  • Laura e Sara Pancetta Bistrot

    12 Ottobre 2015 at 15:59

    Il bello di venire ogni domenica (o lunedì^^) da te è che prima ancora di leggere le tue storie e i tuoi meravigliosi intrecci di parole, ci piace soffermarci sui tuoi scatti, sicure che in questi scoveremo un qualche dettaglio che ci lasci presagire il tema del post ….un fil rouge che unisce e trasporta emozioni dalle immagini alle parole. E così è stato anche questa volta, a ben guardare le tue mafaldine distese, sembrano strade piene di curve, che sommate diventano un lungo percorso, a volte tortuoso, a rappresentare appunto la distanza. Ma infine bastano un po’ di colore, e parole dette col cuore, per ritrovarsi stretti vicini nella ciotolina…
    Buona settimana nostra creatrice di sogni 🙂

    1. Francesca P.

      13 Ottobre 2015 at 0:29

      Sono contenta che “leggiate” le mie foto ancora prima delle parole, cercando fili, legami e rimandi… mi piace chi dà attenzione a tutto, alla visione d’insieme che è come un coro con tante voci che devono essere intonate… io ci provo a esserlo, anche coi colori, ahaha! 😀
      Non mi ero neanche resa conto che le mafaldine potessero sembrare binari o sentieri e adoro che alcune di voi me l’abbiano fatto notare… cammino a piedi scalzi sopra la pasta morbida, ogni tanto mi fermo ad assaggiare un dadino di zucca, mi rotolo nella farina e lentamente mangio le distanze e arrivo a voi… mi aspettate in giardino finchè le giornate ancora lo permettono? 🙂

  • Anna

    12 Ottobre 2015 at 16:50

    Ma che meraviglia, sembra che le mafaldine danzino intorno al piatto fino a tuffarcisi dentro per venir ricoperte di quella deliziosa salsa! Non ho assolutamente idea di che sapore possano avere, ho un ricordo legato alle carrube, perchè da piccola mangiavo sul pane una crema di carrube simile alla nutella e ricordo che era buonissima, ma non l’ho mai più trovata!
    E nel giardino dei miei svetta un enorme albero di carrube, chissà se da quei frutti marroncini e lunghi si può ricavare qualcosa 😉
    Bellissima e inusuale ricetta!!

    1. Francesca P.

      13 Ottobre 2015 at 0:35

      Le mafaldine danzanti sono un’immagine bellissima, Anna! 🙂 Vorrei fare anche io un bagno dentro la salsa di zucca, secondo me fa bene alla pelle, ahaha!
      Non ho mai assaggiato una carrube e mi stupisco di essermi fatta scappare l’occasione durante la mia vacanza a Favignana… ma era destino che incontrassi questo ingrediente, perchè pochi giorni dopo al festival di Venezia ho visto il film e quindi in un modo o nell’altro l’incontro è avvenuto! Adesso tocca a te, raggiungi quell’albero e vediamo cosa ne può uscire! 😉

  • zia Consu

    12 Ottobre 2015 at 18:23

    Che bello saper coprire km di distanze con delle mafaldine alla carrube ^_^ Mi convinco sempre di più che la cucina è unione, solidarietà e amore puro 🙂

    1. Francesca P.

      13 Ottobre 2015 at 0:38

      Vero, Consu, è proprio così! La cucina permette di creare e dare… non solo a noi stesse, è lo scambio che nasce con chi condivide la passione ad arricchire! Io propongo di mandare tanti pacchi in giro per l’Italia!
      😉

  • MARI

    12 Ottobre 2015 at 18:41

    Farina di carrube!?! Fantastica! e farci la pasta, bè davvero grande! di sicuro io l’avrei adoperata per un dolce, chissà perchè! La carruba l’ho assaggiata una sola volta da bimbetta…ricordo un gran lavoro di mascelle e un gusto dolciasto… Assaggerei moolto volentieri questo spettacolare piatto!!! 😛

    1. Francesca P.

      13 Ottobre 2015 at 0:41

      Mari, so che questa farina si usa come addensante per i gelati e infatti dovrò provare senza aspettare la prossima estate perchè la gelatiera è ancora in freezer! Ma anche una torta può essere interessante, perchè no… a questo punto, sperimentazione libera e via, si tenta tutto! 🙂 Spero possa trovarla e riassaggiarla oggi, chissà se avresti la percezione dello stesso sapore dell’infanzia…

  • Antonella

    13 Ottobre 2015 at 13:25

    … Anche io ti sento SEMPRE vicina nonostante il periodo intenso che sto vivendo e che non mi lascia respiro per tutto il resto del mondo… Queste mafaldine sono golose solo a guardarle 🙂

    1. Francesca P.

      13 Ottobre 2015 at 14:52

      Beh, le amicizie forti e collaudate nel tempo come le nostre non si fanno spaventare di certo da impegni, lavoro e traslochi… ovviamente spero di incontrarti presto ma sono felice che abbia le giornate piene di cose belle che aspettavi e ora sono tutte da vivere! :*

  • Margherita

    13 Ottobre 2015 at 16:38

    Se bastasse una fetta di ciambellone, una carota o un pezzetto di ginger ad accorciare le distanze credo che la mia vita sarebbe decisamente più facile. Capisco bene cosa si prova a ricever un pacco inaspettato, non solo per il contenuto, ma per il pensiero che viaggia insieme ad esso. La tua pasta é stupenda, sarà per il contrasto di colori, sarà per gli ingredienti speciali, ma il “calore” mi é arrivato fino a qui…

    1. Francesca P.

      13 Ottobre 2015 at 19:20

      Lo so, come strumento ho solo la fantasia… non sarà come un vero aereo ma un po’ di ali le ha lo stesso, no? 😉
      Ricevere pacchi mi emoziona da sempre, con i regali mantengo l’approccio di una bambina… e se ora dentro ci trovo cose legate alla cucina e all’amicizia, beh, vorrei fosse sempre Natale!
      Grazie, Marghe, sono contenta che quel calore arrivi proprio a te, che sei lontana ma vicina… a volte persino mi dimentico che abiti in Canada, pensa un po’! 🙂

  • Francesca

    14 Ottobre 2015 at 0:05

    Che bellissimo omaggio all’autunno, i colori di questo piatto!!!
    Sono arrivata sin qui seguendo un sentiero segnato da granini di melograno, pian piano, raccogliendoli uno ad uno e ovviamente mangiandoli … e così ho perso la strada per tornare indietro 😉
    Quindi pensavo, intanto che me ne invento un’altra, magari fatta di stelle filanti alla farina di carrube, posso fermarmi un po’? Dici che Ulisse e Tarallino mi ospitano? Perchè profumi e colori da queste parti sono davvero invitanti e ogni tanto una pausa nel percorrere distanze ci vuole … per poi ripartire e inventare nuovi modi per trovarsi e ritrovarsi 😉
    Avevi ragione, i post di questa settimana sono curiosamente vicini, accorciando distanze travestiti da magici pacchetti postali 🙂
    Buona settimana Franci

    1. Francesca P.

      14 Ottobre 2015 at 0:43

      Dì la verità, Fra, hai preso in mano ogni chicco e lo hai sgranocchiato, non hai saputo resistere! 😀 Se tutte le distanze fossero a forma di pois rossi e croccanti, non peserebbero e superarle sarebbe una passeggiata golosa… o se fossero bottoni, la strada sarebbe fatta di stoffa da cucire tutta nelle tue mani!
      Quando ho letto il tuo post ho davvero sorriso e quasi quasi direi di spedirci anche noi una busta gialla prima o poi… qui l’aprirebbero gli aiutanti felini, che amano le sorprese e le attendono curiosi esattamente come me! 🙂

  • Martina

    14 Ottobre 2015 at 5:57

    Le distanze, come le strade talvolta possono sorprendere. Arrivo qui, forse non casualmente, giusto un attimo dopo aver letto di un pane di segale dolce e pensieri persi nel bosco … distante chilometri da te, ma in un attimo, e sotto un’angolatura diversa, così vicino … quasi un prolungamento naturale di poesie e sentimenti.
    Le distanze sorprendono e mutano a seconda di come le percorri e con che fine lo fai.
    Pensandole in astratto sono un po’ come il bicchiere mezzo pieno o mezzo vuoto … si materializzano in base a ciò che portiamo dentro.
    In queste prime ore del giorno le sento sempre leggere e veloci, in discesa e senza intoppi, quasi fossero ancora parte del sogno della notte; distanze da colmare subito, senza sforzi … seguendo rotoli di pasta scura, segni lasciati dalla farina e aromi di zucca e rosmarino.

    1. Francesca P.

      14 Ottobre 2015 at 15:13

      E’ un bel commento “pensante”, questo, Martina… le distanze credo abbiano a che fare molto con la mente, perchè siamo noi a governarle, sentirle, metterle o alleggerirle… le distanze reali ed effettive sono un dato di fatto, ma come viverle e affrontarle è una nostra decisione ed è importante l’approccio che diamo… io non le ho mai viste come una montagna insormontabile, non mi faccio di certo fermare dai chilometri quando amo o voglio bene, so di poter essere più forte di un destino geografico avverso e penso che le emozioni possano unire tanto…
      I rotoli di pasta scura sono un tappeto volante, se vogliamo, no? Quindi stendiamoli con generosità e consumiamo tanta farina che per certe cose non è mai, mai sprecata…

  • Enrica

    14 Ottobre 2015 at 8:22

    Sono giorni frenetici ma venire qui mi rilassa, è come una coccola da assaporare lenta e poi ogni volta mi stupisci con un ingrediente nuovo, oggi è la volta della farina di carrube.
    Francesca la tua pasta con i suoi sapori raggiunge i cuori ed elimina le distanze!

    1. Francesca P.

      14 Ottobre 2015 at 15:16

      Tu mi stupisci con stelle e set pieni di serenità, io provo a fare del mio con qualche sorpresa nuova che scopro… 😉 Potresti creare belle cose con questa farina marrone… usando anche la nostra amata formina, ehehe!
      Grazie Enrica, essere associata a una coccola che rilassa mi fa piacerissimo! 😀

  • Claudia

    14 Ottobre 2015 at 9:57

    Credo che ognuno nella vita, nel proprio percorso, abbia degli elementi che ritornano, dei modelli che si ripetono nel tempo. Da quel poco che conosco di te, probabilmente uno di quegli elementi è la distanza, che ti separa dalle persone che ami. Ma forse più ti ritrovi a viverlo più capisci come i rapporti profondi non temano affatto tutti questi chilometri. E la metafora della spianatoia lunga dalla Brianza alla capitale è perfetta per rendere l’idea 🙂
    Anche a me le distanze da tante persone che amo, rimaste lì, dove sei tu ora, hanno regalato tanti sorrisi ed emozioni, tra pacchetti inaspettati recapitati all’improvviso e abbracci carichi di tutti i giorni attesi per potersi stringere. Forse preferirei averle tutte qui, ma è tanto bello anche così.
    Splendida ricetta, non ho mai sperimentato la farina di carrube nella pasta, ma ne ho ancora un pacchetto in dispensa, credo proverò prestissimo…magari dopo aver visto anche quel film!

    1. Francesca P.

      14 Ottobre 2015 at 15:24

      Se le distanze non mi fanno paura è perchè ci inciampo da sempre… le ho viste in faccia, le conosco, so sfidarle, so come poterle affrontare e soprattutto so quanto siano utili a rivelare i veri affetti… e le tue parole me lo confermano! Ogni cosa ha i suoi pro e i suoi contro, ma senza dubbio l’attesa di rivedere persone speciali mette in circolo tante emozioni positive e quegli abbracci hanno tutto un altro sapore, come questa farina… perchè la gioia non si dà per scontata, come non si dà per scontata la presenza, un punto fondamentale per alimentare i rapporti e non lasciarli svanire o sbiadire…
      Io e Manuela tutto questo lo abbiamo capito con assoluta naturalezza e come vedi il tempo fa tutto il resto… cancella l’inutile e mantiene ciò che vale!
      Io ti immagino a preparare dei bei ravioli scuri, chissà se avrai presto voglia di usare quel pacchetto… 😉

  • Ketty Valenti

    14 Ottobre 2015 at 14:50

    Questo post mi tocca il cuore,sento profumo di casa mia,ricordo mio nonno che aveva sempre in tasca qualche caramella di carrube per la sua tosse,erano veramente magiche,si qui in Sicilia vengono spesso utilizzate.
    Sei stata bravissima a preparare questo piatto,davvero tanti complimenti,sai emozionare come pochi…

    1. Francesca P.

      14 Ottobre 2015 at 15:29

      Che bel ricordo, Ketty… vorrei assaggiare quelle caramelle, non so immaginarmi il loro sapore! Fino ad oggi non avevo mai sentito parlare della carrube, è entrata nella mia vita all’improvviso e tutta insieme… sarei ben felice di ascoltare racconti da una siciliana che la conosce! 🙂
      Grazie mille, sei gentilissima… :*

  • Tatiana

    14 Ottobre 2015 at 18:53

    Le distanze si abbattono con poco, una volta ero una scrittrice compulsiva di lettere e bigliettini, con inchiostri colorati e profumati, con gli stickers che allora erano semplicemente “gli adesivini” di Holly Hobbie, con la carta da lettere colorata e le buste coordinate, ci si spendevano follie in cartoleria, però poi quei pezzi di carta si conservavano per rileggerli e consumarli a forza di annusarli, davano tanta soddisfazione e annullavano le distanze, si appoggiavano sul cuore chiudendo gli occhi e pensando ad amici lontani. Quando ci si spediva un regalino era una festa, tant’è che ancora oggi ho una bustina con un mininotes e delle minimatite con la scritta, donatami da Antonella di Roma (la mia prima amica di penna), che recitava “Auguri per i tuoi 15 anni!”. Non so dove sia ora Antonella, ma il ricordo l’ho tenuto perchè in quel momento l’ho sentita tanto vicina e forse ancora un po’ oggi, dopo più di trent’anni, riesco a crederci.
    Un abbraccio 🙂

    1. Francesca P.

      15 Ottobre 2015 at 0:40

      Vuoi ridere? La mia più cara amica di penna si chiamava Antonella, romana come me… e se sali sopra di qualche riga, troverai un suo commento! Eh sì, ci siamo scritte da bambine fino ai nostri 18 anni e dopo abbiamo iniziato a frequentarci nella vita di tutti i giorni, senza smettere più! Quindi so bene quanto sia prezioso il tuo ricordo e quanto valore abbiano avuto quelle lettere e quelle buste piene colorate di adesivi! Se cerchi tra le ricette quella della torta magica, ho dedicato ad Antonella un intero post, tempo fa!
      Quanto sanno unire le parole l’ho capito come te da allora… e continuo a credere che sappiamo attraversare spazio e distanze fortificando i legami! Capita anche qui tra noi, no? Settimana dopo settimana mi sembra di conoscerti sempre un po’ di più… 🙂

  • Elena

    14 Ottobre 2015 at 19:59

    Le distanze… Io le accorcio con un profumo che ricorda il luogo che tanto amo, oppure con un cibo che mi ricorda la persona lontana, con una canzone che mi riporta momenti lontani… ma abbiamo anche la fortuna dei media che ci aiutano molto.
    Farina di carrube? Questa per me è proprio nuova, mi piacciono queste tagliatelle, molto rustiche e il condimento è perfetto, molto autunnale 🙂

    1. Francesca P.

      15 Ottobre 2015 at 0:44

      I media e la modernità aiutano senza dubbio moltissimo, ma sono anche sostenitrice convinta come te dei metodi più “tradizionali” come canzoni che emozionano come al primo ascolto, biglietti scritti a mano e profumi di cibo che a volte fanno sembrare il passato così presente…
      Spero di aver incuriosito tante di voi a scoprire e cercare la farina di carrube, secondo me si intona perfettamente all’autunno e consumarla adesso sarebbe l’ideale! 🙂

  • Rebecka

    15 Ottobre 2015 at 18:47

    Sono irrequieta. Così tanto che mi fanno male le braccia, la testa, il cuore…Sono irrequieta ed in attesa. Come dovesse accadere qualcosa di incredibilmente bello e rischiassi di farmi cogliere impreparata. Sono così tanto irrequieta che il cuore sobbalza tra le note di Thomas Newman. Una sola cosa mi mancava per provare a calmare questa agitazione, venire qui, tre le nubi di carrube. Se ci sia riuscita a placcare del tutto non so….quello che so è che ho avuto 5 minuti di tregua.
    E cercherò di farmeli bastare.
    Per il resto…solo un bacio….

    1. Francesca P.

      16 Ottobre 2015 at 0:48

      Anche io, Reb, mi sento in attesa. Pronta per il Nuovo e per quello che Sarà. Il nostro cuore non saprà mai stare fermo o quieto… ci conosciamo e lo conosciamo, lui vola più delle foglie al vento e copre talmente tante distanze… tra me e te neanche ci poniamo il problema, abbiamo trovato il modo di abbatterle senza sforzo… e l’altalena è come un treno che viaggia velocissimo nello spazio e ci fa essere lì insieme nello stesso momento placando quell’irrequietezza che è così frizzante e vitale! E se le corde per una volta fossero fatte di carrube e assomigliassero a queste mafaldine? 🙂

  • speedy70

    15 Ottobre 2015 at 22:59

    Applausi per questo strepitoso piatto…. dalle mafaldine casalinghe al condimento, da leccarsi i baffi!!!

    1. Francesca P.

      16 Ottobre 2015 at 0:51

      Grazie mille! Devo farmi più spesso ispirare dai film, la soddisfazione nel riproporre i piatti visti è doppia! 🙂

  • Chiara

    15 Ottobre 2015 at 23:10

    Riesci sempre a stupirmi e anche se parli di zucca(che odio visceralmente) sono passata a trovarti , mi basta il gorgonzola e sono felice….

    1. Francesca P.

      16 Ottobre 2015 at 0:52

      Tutta la zucca che non vuoi mangiare puoi darla a me… la frullo in un secondo e spazio da sughetti a vellutate! Ma per te preparo un altro condimento, basta che assaggi questa pasta perchè sono certa ti piacerebbe, rustica al punto giusto… 🙂

  • Fabrizia

    16 Ottobre 2015 at 19:29

    Tu conosci bene il modo per annullare le distanze: lo mostri qui in tutta la sua luce..aprire il cuore e stare in ascolto e donare di te, molto, davvero molto..superfluo dire che le tue foto sono, se possibile, sempre più disarmanti nella loro chiara bellezza e vedo che in cucina esplori ed osi assai alto..per quanto io sia distante, anche nella mia assenza, non manco mai di pensare a chi mi vuol bene, nonostante le distanze..
    Ti abbraccio forte, cara Francesca
    Fabrizia

    1. Francesca P.

      16 Ottobre 2015 at 23:41

      Fabrizia, vorrei abbracciarti perchè hai scritto delle cose bellissime e perchè ritrovarti è sempre un piacere… arrivi inaspettata e lasci il tuo saluto con la delicatezza che ti contraddistingue!
      Mi piace esplorare, superare limiti, pormi sfide e vincerle… in cucina come nella vita, sono una felina curiosa che non sta mai ferma e gioca con tutto quello che capita tra le mani, distanze comprese… se prese con leggerezza e positività, pesano molto meno e possono essere di zucchero come le tue splendide creazioni! 🙂
      Grazie di essere passata, ti stringo!

  • alessia mirabella

    18 Ottobre 2015 at 16:34

    Credo che potremmo scriverne di pagine, sulle distanze. In questo 2015 ne ho coperte così tante. Con le lacrime agli occhi, con il sorriso sulle labbra, con la paura nel cuore, la voce spezzata. Eppure, sono qui a raccontare. Mi è mancata la luce che sprigiona il tuo blog, e le canzoni che canti nell’introduzione, oh, è bello ascoltarti di nuovo.

    1. Francesca P.

      18 Ottobre 2015 at 20:20

      Le distanze a volte vanno strizzate come vestiti bagnati, per poi essere messe al sole ad asciugare… noi le abbiamo combattute con forza, quando era impossibile fare altro le abbiamo accettate ma in fondo in fondo non credo che ci siamo mai arrese… la luce può fare tanto, per questo non l’abbandono e anzi, la fisso dritta sempre di più… rischiara anche le distanze, le fa sembrare meno minacciose… e prima o poi quelle tra noi due e il monitor le vinciamo, che dici? 🙂

  • Valentina

    18 Ottobre 2015 at 18:45

    Queste foto mi incantano,così come mi incantano e mi accarezzano sempre le tue parole… E’ vero, molto spesso è davvero complicato avere a che fare con le distanze.. però pensa invece quanto è facile a volte, il web le cancella e io riesco quasi a sentirmi seduta al tuo tavolo, in cucina, alle prese con la rotella tagliapasta e queste squisite mafaldine 🙂 Francy sei bravissima, spero di abbracciarti un giorno <3 Un bacio grande e felice inizio settimana :**

    1. Francesca P.

      18 Ottobre 2015 at 20:24

      Ciao Vale, quando ti leggo mi trasmetti tutta la dolcezza delle tue splendide torte!
      Il web, se vissuto nel modo giusto e con senso della misura, secondo me può davvero azzerare tante distanze oppure può renderle molto più piccole e innocue… prometto che spariranno del tutto quando ci daremo quell’abbraccio, accadrà quando meno ce lo aspettiamo… 🙂
      Grazie mille!

  • Federica – Paprika e Cannella

    7 Novembre 2018 at 15:55

    Come sempre leggere i tuoi post mi rinfranca da tutto, dal lavoro, dalle giornate frenetiche, dalla stanchezza, mi fermo, leggo e mi rilasso riconciliandomi con ciò che mi circonda.
    Grazie Francy perchè in questo modo sicuramente accorciamo le distanze anche fra noi blogger, che viviamo in città diverse, ma che ci sentiamo vicine anche grazie alle parole che scriviamo.
    F

    1. Francesca P.

      7 Novembre 2018 at 18:44

      Sono contenta di aver riavvolto il nastro e averti ri-portato qui, a questa pagina, a questa farina e a questa ricetta… consultare il blog non è solo come sfogliare un ricettario, ma è anche ripercorrere pezzi di vita, come un diario… ecco perchè ogni tot vengo qui e vado a ritroso! E poi sarebbe un peccato non ripetere certe bontà quando torna la giusta stagione… quindi, buon carrube! E grazie delle belle parole… :*

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