SEGUIRE LE STAGIONI

3 Marzo 2019Francesca P.
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Seguire le stagioni significa ascoltarle. Aspettarle. Rispettarle.

Significa non avere fretta, pazientare. Confidare. Perchè tutto arriva, con il giusto tempo. E il tempo giusto. 

Seguire le stagioni è come seguire le emozioni: è lasciar scorrere ciò che si sente e che vibra. È avere una direzione, o meglio, sentirla. Anche ad occhi chiusi.

Seguire le stagioni è assecondare quello che è naturale, è non opporsi al fluire delle cose, è credere in ciò che arriverà. La fiducia germoglia e cresce pian piano: non si forza, si conquista.

Seguire le stagioni è camminare a passo cadenzato, è il giorno dopo giorno che implica una crescita, un avanzare, un avvicinarsi alla meta. Un progredire.

Perchè, come dice S. Kierkegaard, “La vita può essere capita solo all’indietro, ma va vissuta in avanti”.

Seguire le stagioni è annusare l’aria, fiutare i segnali di cambiamento, accorgersi di ogni piccolo sussulto. Di ogni scossa, di ogni movimento. Di ogni respiro più leggero.

Seguire le stagioni è prenderle per mano, andarvi incontro. È salutare quella che si lascia, per abbracciare quella che ci guarda. È ringraziare la precedente, per ciò che ci ha portato o insegnato. È accogliere la nuova, che non vede l’ora di esprimersi.

L’inizio di marzo è sempre euforico, promettente, stimolante. Possiamo già toccare la primavera, ma anche coccolare ancora l’inverno. Goderci gli ultimi scampoli, le ultime verdure, le ultime minestre calde.

Quel tepore di cui si ha voglia, la sera.

Quel tepore che non deve mancare mai.

Che non mi faccio mancare mai.

Che non dovete farvi mancare mai.

 

ZUPPA D’ORZO “AFFUMICATA” CON CANNELLINI E CAVOLO NERO

 

140 g di orzo

360 g di fagioli cannellini già lessati

Cavolo nero (a piacere)

Carota, cipolla e sedano o cipollotto (a piacere)

Brodo vegetale (q.b.)

Uno spicchio d’aglio (facoltativo)

Olio extra vergine d’oliva

Sale affumicato

Pepe nero affumicato al melo

Santoreggia o timo (facoltativo)

 

Lavate bene le foglie di cavolo nero e tagliatele a pezzetti o a striscioline sottili. In una casseruola, fate soffriggere carota, cipolla, sedano e/o cipollotto e aglio. Versate l’orzo e fatelo tostare per qualche minuto. Aggiungete il cavolo nero. Unite anche i fagioli e ricoprite con il brodo vegetale. Mescolate e fate cuocere, finchè il cavolo nero sarà tenero e l’orzo sarà pronto (per i minuti, guardate le istruzioni sulla confezione). Servite con una spolverata di sale e di pepe affumicati, decorando con le erbe aromatiche.

 

 

16 Comments

  • emanuela

    3 Marzo 2019 at 20:21

    La Pazienza… è una cosa bellissima, ma difficilissima oggi, in un tempo in cui tutto va veloce, non si ha tempo e si corre corre corre… Conquistare la pazienza è un traguardo importante, così come conquistare la fiducia….
    Avere pazienza ed avere fiducia… mi viene un po’ da sorridere pensandomi paziente e fiduciosa di tutto ciò che avverrà… con il suo tempo, a suo tempo, nel suo tempo…. giusto.

    “Seguire le stagioni è come seguire le emozioni: è lasciar scorrere ciò che si sente e che vibra. È avere una direzione, o meglio, sentirla. Anche ad occhi chiusi.”
    Non opporsi al fluire delle cose… lasciar andare, far scorrere…farsi attraversare…credere in quello che avverrà… Credere sempre,sperare sempre..

    “Seguire le stagioni è annusare l’aria, fiutare i segnali di cambiamento, accorgersi di ogni piccolo sussulto. Di ogni scossa, di ogni movimento. Di ogni respiro più leggero.”
    Oggi sono uscita e ho visto che il mio albicocco ha due fiorellini… è tutto pieno di boccioli rosa, ma nascosti ho trovato due fiorellini aperti che aspettano il loro tempo per diventare frutti…

    Mercoledì ho danzato di nuovo…il mio insegnante meraviglioso mi ha detto : ‘è bellissimo averti di nuovo in sala’.. ho pianto di gioia, l’ho abbracciato forte e ho fatto fluire le lacrime fuori, senza (trat)tenerle… ‘sono così felice dei tuoi progressi Manu’ mi ha detto passandomi dolcemente la mano sulla testa..
    mi sono sentita così VIVA… ‘sei bellissima adesso, sei gentile, morbidamente gentile Manu..sei meravigliosa’ mi ha detto ancora….

    Cammino a passo cadenzato… giorno dopo giorno, avanzo verso la meta: ME!

    Io, da brava folletta dei boschi non posso non prendere per mano le stagioni, non posso non assecondarle, non posso non saper aspettare… è la parte più bella… l’attesa, è il momento in cui immagini quello che accadrà, come quando guardi dietro il vetro del forno la torta che cresce e sei lì ad osservare a bocca aperta la magia…
    Allora me lo godo tutto questo tuo meraviglioso calore e …
    ‘La vita può essere capita solo all’indietro,ma va vissuta in avanti’…. a passo lento, sapendo aspettare e pazientare, senza forzare….. ogni cosa arriva nel suo tempo…

    Ti abbraccio forte,
    Manu

    1. Francesca P.

      4 Marzo 2019 at 20:30

      Pazienza e fiducia sono due parole magiche nella nostra Vita e sono importanti come tutte le conquiste non facili, come le vette più alte, come le speranze più tenaci, come le mete più ambite… lumache e lievitati ce la insegnano, la pazienza, quel procedere piano, ma costante, con la lentezza che diventa un valore e l’attesa che viene poi ripagata… la fiducia invece si nasconde un po’, ci mette di più per crescere, ha bisogno di ancora più prove, ma se il seme è ben piantato e se la riponiamo bene, nei posti giusti… quello è il punto, Manu: saper riconoscere chi e cosa la merita, chi e cosa l’accende, a chi e a cosa va regalata… ma non dimentichiamoci che il primo “compito” è aver fiducia in noi stesse, darla a noi, la fiducia! Fiducia nelle nostre capacità, nelle nostre risorse, nella nostra forza… e poi, fiducia nel presente, in ciò che sentiamo, in tutte le sensazioni che non mentono e che vanno seguite… proprio come le stagioni. Ognuna dura 3 mesi per questo, per poter godere di tutte le fasi, di tutte le settimane, di tutte le giornate, di tutti gli istanti… e ballando ballando, il tempo passa anche più piacevolmente… 🙂

  • ANNA

    3 Marzo 2019 at 20:46

    Ricordo ancora il momento in cui trascrissi quella frase di Kierkegaard su di un biglietto, per farne dono a un’amica. Ci univa una vicenda complessa e dolorosa.
    Dopo diverso tempo, sono ancora qui a chiedermi se, tale vicenda, più mi ha tolto o più mi ha dato…
    Io l’ho capita, almeno un poco, la vita, e ho deciso di viverla.
    Nonostante stessi toccando il fondo del barile, nonostante vedessi sparire chi aveva promesso di starmi accanto, nonostante ogni giorno cercassi solo il modo di sopravvivere… sono andata avanti.
    Non è stato per nulla semplice, le lacrime ingoiate solo io le ho contate…
    Eppure, mi trovo tra le mani ricchezze insperate: rapporti solidi e profondi, la consapevolezza di risorse interiori che mai avrei creduto di possedere, la certezza che valga sempre la pena di farsi abbracciare dalla vita. E di abbracciarla…

    Abbraccio questo marzo, con la sua luce e il suo tepore, che mi concede ancora il permesso di sfoggiare sciarpe e cappelli 😊
    E abbraccio te, cara Francesca, questa sera più che mai… Come se fossimo dinnanzi a questa zuppa affumicata, io a parlarti di me e tu a scaldarmi con il tuo sguardo… Io con le lacrime a rigarmi il viso, e tu pronta ad asciugarle…
    Anna

    1. Francesca P.

      4 Marzo 2019 at 20:45

      Quanti incroci di parole, nostre e di altri, quanti incastri di vita, quanti richiami comuni, tra noi… ancora e ancora. Anche oggi mi hai affidato una confidenza molto delicata e personale, anche senza conoscere i dettagli mi è bastata una frase per capire… o meglio, per sentire, a pelle, dentro la pancia, cosa puoi aver vissuto. E non è solo empatia… è anche comprendere. Sapere. Sapere quanto dolorosi e complessi possono essere alcuni periodi, quanto ingiuste possono essere alcune situazioni, quanto sbagliate possono essere certe relazioni ad analizzarle nel profondo, ma il bello è uscirne… è liberarsi. Tornare a sorridere, tornare alla vita, quella vera. Più pura. Tutto il resto lo hai detto tu… e parlano questi abbracci, che facciamo alle stagioni, a chi non lascia la mano e soprattutto a noi stesse, a tutto un passato che no, non ha vinto, cara Anna… lui resta indietro, noi andiamo avanti. Ci ha temprato. E reso ancora più preziose. E più “affumicate”, come questa zuppa, ossia con più sapore, più decise, più forti… 🙂

  • ipasticciditerry

    4 Marzo 2019 at 14:58

    Seguire le stagioni, aspettare paziente che la primavera prenda il suo posto, rispettando l’inverno, senza sfazzataggine, come ha osato in queste ultime settimane. Bisogna avere pazienza e anche questo “bisticcio” tra inverno e primavera passerà. Oggi nemmeno più le stagioni si rispettano; sgomitano, come fanno gli uomini. Dove è finita la pazienza, il rispetto, la tolleranza? Non lo so … certo che di sera una bella zuppa si mangia ancora volentieri. Oggi da me il tempo è grigio e piovoso e la primavera si è dovuta fare un pò da parte per lasciare gli ultimi colpi di coda di questo inverno, per noi molto strano e insolito. Buon inizio di settimana dolce Fra, una carezza a chi sai tu

    1. Francesca P.

      5 Marzo 2019 at 19:06

      Terry, Terry, non mi fomentare con queste domande e questi argomenti… posso miagolare a lungo! 😉 Non so neanche io davvero dove sia finito tutto ciò che dici… e tante altre cose mi sembrano sparite. Di sicuro, è faticoso vivere in ‘sto mondo, quando ti senti un alieno che va controcorrente e che ha tutta un’altra sensibilità… ma meno male, da un lato, che c’è chi come noi ancora crede nelle cose belle e nei valori, qualcuno che si salva e si distingue c’è… il segreto è invitare alla propria tavola solo chi è simile e parla la stessa lingua! E dato che tu apprezzi, anche questa zuppa… siediti pure, che qui la primavera ha già fatto varie sorprese, dalla finestra vedi mimose e fiori rosa 😉

  • saltandoinpadella

    4 Marzo 2019 at 15:50

    Che coincidenza, pensavo proprio oggi alla pazienza, grande qualità che purtroppo sembra sconosciuta alle nuove generazioni che cercano il tutto e subito senza rendersi conto che pazientare, aspettare, regala tante emozioni, tanto stupore, tanta gioia. La cucina insegna tanto in questo, la lievitazione, le lunghe cotture, l’attesa dell’arrivo dei frutti della nuova stagione. Attendo molto volentieri la primavera gustando gli ultimi sprazzi di inverno attraverso questa zuppa.

    1. Francesca P.

      5 Marzo 2019 at 19:11

      Pazientare fa rima non aspettare, ecco perchè non piace… non c’è quasi più l’arte di conquistare le cose gradualmente, di saper pregustare ancora prima di gustare, di godersi un’attesa che è necessaria perchè solo così avviene la maturazione… e si è poi pronti. A vivere, mi verrebbe da dire… a vivere bene, a vivere meglio, a vivere più consapevoli. Ma tu puoi insegnarlo ai tuoi nipoti, noi adulti abbiamo una grande responsabilità in questo… così come sta a noi far mangiare minestroni e zuppe sin da subito, facendo capire che le verdure sono amiche, proprio come le stagioni 🙂

  • Tatiana

    6 Marzo 2019 at 9:22

    E’ vero ciò che dici perché anch’io seguo le stagioni annusando l’aria, due sere fa ero in giro e sentivo già l’atmosfera tiepida della bella stagione e spesso in tarda mattinata riconosco l’avvicinarsi dell’aria estiva, ne sento proprio il profumo e so che è presto ma io già a febbraio inizio a sentirla a pelle, sarà il profumo del mare vicino casa, sarà quell’aria salmastra che mi accarezza il viso, però so che c’è, so che la stagione sta cambiando senza ascoltare le previsioni meteo.
    C’è chi mi prende per matta quando a febbraio parlo dell’estate in arrivo, lo so, ma sono sempre vissuta seguendo i ritmi della natura, saranno le mie radici contadine, ma sento quando la terra dorme, ne percepisco il risveglio, provo piacere quando si avvicina la stagione calda, da sempre rispetto ciò che ogni giorno mi si propone quando apro gli occhi e sono felice se piove, se c’è il sole, se soffia il vento o se nevica…
    Alla stessa maniera apprezzo una zuppa calda la sera, anche quando a mezzogiorno gradirei un piatto freddo ma la sera sei con il golfino sulle spalle e provi piacere nel goderti il tepore di casa e di un piatto come il tuo. Che è perfetto.

    1. Francesca P.

      8 Marzo 2019 at 13:03

      Crescere seguendo le stagioni è un concetto sano, che significa rispetto… rispetto dei tempi, di ciò che avviene secondo natura, senza forzature. Rispetto di qualcosa che non possiamo – per fortuna! – controllare e dobbiamo solo fidarci e affidarci… mi piace il tuo spirito, primavera ed estate sono simbolo di rinascita e di calore, vuol dire che questo batte, abita in te! 🙂 Certe cose sono dentro, come la luce… ci sono persone che aspettano e sentono in modo particolare certe cose, è un doppio risveglio… io adoro marzo perchè vedo ogni giorno un passo e un fiore in più, ho degli alberi di pesco e di mimosa nel cortile ed è stupendo accorgersi di come cresce la fioritura! Equivale al veder crescere un impasto e la densità di una minestra… 😉 Ci circonderemo sempre di ciò che scalda e rincuora, senza carezze – di ogni tipo – non vogliamo stare…

  • sandra

    8 Marzo 2019 at 13:36

    La pazienza io l’ho imparata con i lieviti.
    “La vita può essere capita solo all’indietro, ma va vissuta in avanti”: questo è incontrovertibile.
    con il senno di poi. ma la vita va vissuta. e noi ci si prova, si fa del nostro meglio.
    ora tesoro, mi prenderei volentieri una bella ciotola della tua zuppa e mi siederei davanti a te perchè mi piacerebbe mangiare e parlare, e parlare e mangiare con te.

    1. Francesca P.

      13 Marzo 2019 at 20:13

      Sì, noi facciamo del nostro meglio… un po’ come quando cuciniamo, no?! E provarci, provarci sempre… credo che lì stia la differenza: nell’agire, nell’essere attive e non passive, nel metterci in moto e in gioco… i viaggi all’indietro sono una spinta, una rincorsa, qualcosa che si affronta e poi ci carica… e ricarica! Sarebbe bello approfondire il discorso, sono certa che la cena durerebbe a lungo 😉

  • zia Consu

    10 Marzo 2019 at 11:05

    Seguire le stagioni è per me un modo figurato di rispettare i tempi, i propri tempi..non solo quelli del calendario ma quelli del proprio “io interiore”, senza darsi fretta ma vivendo ogni istante come unico, assaporandone l’essenza!
    E con questa lentezza assaporerei anche questa minestra che già strizza l’occhio alla primavera ^_^
    Buona domenica Franci!

    1. Francesca P.

      13 Marzo 2019 at 20:16

      Consu, hai detto cose giustissime… i tempi interiori sono fondamentali e troppe volte non vengono ascoltati, mentre sono loro il vero timer che indica quando qualcosa è pronto… quando noi siamo pronte! Mi fa piacere che tu sia giunta a questa consapevolezza, è una regola del vivere meglio… e vale anche per la cucina di stagione, mai giocare d’anticipo, bisogna mangiare solo i prodotti di stagione, i frutti (e le verdure!) del presente in ogni senso 🙂

  • Serena

    11 Marzo 2019 at 14:36

    Ogni cosa che finisce mi lascia un po’ di malinconia comprese le stagioni. Io amo il sole l’estate la primavera che la preannuncia ma poi quando l’inverno cede il passo avverto quel senso di distacco che mi mette nostalgia delle zuppe calde confortanti, del plaid e del buio presto che mi induce a rallentare la corsa a me che sono sempre in corsa. Questa zuppa è bella visivamente e buona, credo lo sarebbe anche fredda se non fosse che alcuni ingredienti come il cavolo nero a breve non si troveranno più. Un abbraccio Francesca cara

    1. Francesca P.

      13 Marzo 2019 at 20:21

      La malinconia è inevitabile, perchè è dentro ad ogni fine, ma è una sensazione bella, se vissuta senza dolore ma con la gioia di ciò che è stato… ogni cosa che finisce lascia tracce e segni, ma lascia anche lo spazio per accogliere il nuovo, sono due fasi legate… prima la fine, poi gli inizi… vista così, la lancetta della bilancia si sposta sul positivo 😉 Pensa alle maglie leggere, ai fiori, alla luce che dura… il plaid aspetta nell’armadio, si mette a riposare mentre noi rinasciamo 🙂

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