I primi assaggi e scampoli del 2019 voglio pensarli così: come una colazione. Come il pasto che introduce, che apre la giornata, che segna tutto il suo svolgimento. Quando sul corpo si sente ancora il tepore del sonno, quando si dà il primo sguardo sul mondo che ci aspetta.
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Certezza e carezza fanno rima. Non per caso. La prima ha un tronco robusto che regge tutto l’albero, la seconda ha una piuma sulla schiena che solletica. Eppure si toccano, si incrociano. Si trovano.
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Sposto il calendario indietro di qualche stagione, riavvolgo il nastro ad agosto e torno ad una giornata assolata di abiti leggeri e aria serena, in cui ho festeggiato il mio compleanno convinta di essere in Provenza, tra tuttoquellocheamo.
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Ho un rapporto sentimentale con ciò che mi piace.Non uso mediazioni, non ho mezze misure. Mi lascio andare. Mi affeziono. Mi affeziono agli oggetti. Soprattutto a quelli che non ci sono più, lontani nel tempo. Come la penna stilografica dall’inchiostro azzurro, il quaderno dove ricopiavo le frasi più belle dei libri che leggevo, lo zaino…
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Sono cresciuta con la musica e soprattutto con le parole e i peti dei cantautori. De Gregori, Guccini, Dalla, De Andrè, Conte, Vecchioni. I miei preferiti erano e sono Guccini per la sua struggente malinconia (Sara, so che mi capisci) e De Gregori per la leggerezza e la poesia. Le loro canzoni hanno fatto da…