M’innamoro degli attimi, quelli fuggenti ma non sfuggenti, che hanno la voglia e la forza di posarsi. E di restare. Come un’impronta, una matita, una nota, un accento, un timbro, una spezia: per lasciare un segno.
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La scatola degli acquerelli era nel cassetto di destra della scrivania, un po’ in fondo, nascosta e protetta, come si fa con le cose a cui si tiene di più. Non era un gioco come un altro, quello.
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Ci voleva proprio una giornata così: rubata alla quotidianità, libera, creativa e verde. Anzi, verdissima. Pensata, attesa, organizzata e finalmente vissuta. La mia parentesi in campagna. La mia fuga dalla città.