M’innamoro degli attimi, quelli fuggenti ma non sfuggenti, che hanno la voglia e la forza di posarsi. E di restare. Come un’impronta, una matita, una nota, un accento, un timbro, una spezia: per lasciare un segno.
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È la stagione dei sorrisi anche senza un motivo, per me, la primavera. Disegnati sulle labbra da un sottile filo d’erba, che alza gli angoli della bocca e ne valorizza i contorni. Quei sorrisi che non si spiegano, non si razionalizzano, non si comandano: si vivono, si sentono, si ascoltano. Si proteggono, come una fiamma…