È particolare la luce di maggio. Di questo maggio. Non si lascia afferrare facilmente, gioca più del solito. Più che farsi trovare, vuole essere colta. Seguita. Forse capita, forse solo semplicemente amata. Così come è.
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Ci sono emozioni che sbocciano come fiori: vedi i petali aprirsi, prima uno, poi l’altro. Non hanno più il timore della luce. Anzi, la vogliono, quella luce. La vogliono bere. La vogliono assorbire. La vogliono sentire.
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M’innamoro degli attimi, quelli fuggenti ma non sfuggenti, che hanno la voglia e la forza di posarsi. E di restare. Come un’impronta, una matita, una nota, un accento, un timbro, una spezia: per lasciare un segno.
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Ogni storia nascente, ogni progetto pensato, ogni sogno cullato, ogni cambiamento voluto è un seme dentro un vasetto, qualcosa di minuscolo che in sè racchiude tutto un potenziale. Ha bisogno di pareti che cingono, di humus umido, di importanti accortezze e di uno sguardo vigile, per svilupparsi. Uno sguardo affettuoso, di quelli che si danno…
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È la stagione dei sorrisi anche senza un motivo, per me, la primavera. Disegnati sulle labbra da un sottile filo d’erba, che alza gli angoli della bocca e ne valorizza i contorni. Quei sorrisi che non si spiegano, non si razionalizzano, non si comandano: si vivono, si sentono, si ascoltano. Si proteggono, come una fiamma…
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Mi chiedo se sia più una meta o una compagna di viaggio, la semplicità. Se sia un traguardo, un obiettivo ambito, un mirino da centrare o qualcosa che sos-tiene e sup-porta, durante il cammino. Se sia ombra larga di un albero per il riposo finale, o acqua che rinfresca nelle pause.
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“Plasmare [pla-smà-re, v. tr.] – 1. Lavorare una materia per farle assumere la forma voluta; 2. figurativo: formare con l’insegnamento e con l’esempio, educare” Plasmare, inventare, giocare, ritagliare, disegnare: la frolla impasta con gioia i verbi creativi e ludici che finiscono in -are e noi, grazie a lei, maneggiamo desideri, sogni e aspirazioni. E ispirazioni.…
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C’era un tavolo, tondo. Una luce soffusa. Una ciotola di plastica, gialla, un po’ rigata. C’era un sacchetto, di carta stropicciata. C’erano mani pazienti, che non avevano fretta. C’erano pomeriggi silenziosi o sere lente. C’erano gesti, precisi, sicuri. Come un rito, qualcosa che si sa e si torna a fare, in modo ripetuto ma non…
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La storia in fieri e in fiore che vi avevo iniziato a raccontare la scorsa settimana, dopo aver respirato tanto sole, saluta il giorno e si tinge di notte, vestendosi di mistero e di fascino. Quando il buio arriva, ecco una finestra che si accende, come una stella che si può guardare da vicino. Lo…
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Il tentativo gentile di crescere, il desiderio garbato di esistere dei fiori, la mia quasi estasi a esistere fra loro. (Allen Ginsberg) È un post molto profumato, questo. Racconta di una storia in fieri e di una storia in fiore. Di lettere che giocano, si (s)cambiano posto, vogliono assaggiare com’è.