Se l’anno è una tazza di tè, il mese di dicembre è quello dei sorsi più lenti. Molti lo vivono freneticamente, tendono ad accelerare tutto e corrono verso il Natale senza godersi lui, proprio lui: il sorso finale che lascia l’aroma in bocca. Che lo ferma, che lo trattiene per un po’.
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A guardarlo bene, il cuore è come un forno: sempre pronto ad accendersi e a dare il suo meglio, quando è caldo. Caldissimo. Ci vuole il tempo necessario per prepararlo, ma poi avviene la magia: tutto ciò che vi viene posato dentro, diventa dorato. Acquista colore e sapore. Si sviluppa. Si trasforma.
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Certezza e carezza fanno rima. Non per caso. La prima ha un tronco robusto che regge tutto l’albero, la seconda ha una piuma sulla schiena che solletica. Eppure si toccano, si incrociano. Si trovano.
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L’estate di agosto è grida all’aperto, voci che si (dis)perdono e vanno rincorse, come si rincorrono i palloni e gli ultimi raggi del sole, fino a tardi. Attraversano velocemente l’aria, quelle voci: le senti e l’attimo dopo già non le senti più, spinte un po’ più in là dal vento e dalla luce forte.
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Ora e qui. Quello che c’è adesso. Guardarsi intorno e assorbire tutto. Nessun velo, nessuna sfocatura. Tutto è nitido. Tutto si sente. Tutto arriva. Tutto parla. Specialmente gli occhi. Ci sono cose che non si dimenticano e altre che non si nascondono.
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Settembre sta scivolando via come le maree che ho visto questo agosto in Normandia, quando si ritraggono piano e lasciano scoperta la sabbia. Millimetro dopo millimetro, l’acqua indietreggia e svela, rivela. Orme, legnetti, conchiglie, solchi, residui di qualcosa che vuole (re)stare lì e lasciare una traccia.
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La credenza celeste riempie il lato destro della stanza. Forte, solida e intrisa di bellezza, sente gli anni come un arricchimento, non come un peso. Mi avvicino, la tocco e accarezzo le sue venature, passandoci il dito: battono, pulsano, dentro ci scorre la luce assorbita e la vita respirata.
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Ebbene sì, ci siamo. Ci sono. L’estate, quella pulsante, in cui ci si immerge con emozione come nel primo bagno al mare di stagione, è arrivata. Mi sta invitando e tentando. A raggiungerla. Ad avvicinarmi. Ad attraversarla. A stringere ogni maglia.
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Succede che lo percepisci nitidamente il momento in cui le spalle sono leggere e le braccia si tendono in avanti, come lo sguardo, verso l’orizzonte. Succede che la osservi bene la strada fino a qui, notando i fiori e non la polvere. Pensando “quanto è importante” e non “quanto è lunga”. Non conti i chilometri,…
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I 5 sensi, come le 5 punte di una stella. I 5 sensi, come le 5 dita di una mano, che si muovono e fendono l’aria. I 5 sensi, come 5 fari che guidano, ognuno per rotte diverse. I 5 sensi, come 5 gusti da assaggiare, a piacere.