QUANDO IL PAN BRIOCHE ENTRA IN SCENA

12 Marzo 2017Francesca P.
Blog post

Se durante la settimana è un gesto veloce a cui presto meno attenzione, alzare la serranda della camera da letto nel weekend ha tutto un altro significato: è come aprire il sipario. Inizia lo spettacolo che mi godo da spettatrice, ma di cui sono anche protagonista. Premo il pulsante e lentamente vedo allentarsi le fessure, che si aprono come gli occhi ancora un po’ addormentati, che devono abituarsi alla luce. I contorni del mondo fuori pian piano appaiono, come una scenografia. Si svela un particolare alla volta: il gradino di marmo sul pavimento, le mattonelle color ocra, il raggio di sole che le colpisce, la tenda a righe che fa capolino, i palazzi ai lati che chissà già da quanto sono svegli.

E’ tutto davanti, lì, per andare in scena ma dal vero, senza finzione. Ci sono le piante che stanno tornando nei vasi, come le margherite – una bianca e una gialla – che un po’ guardano all’esterno e un po’ guardano me, ci sono il tavolino e le due sedie, non più appoggiati al muro, in un angolo, ma di nuovo al centro e puliti, c’è l’aria ancora frizzantina ma già piacevole, che ri-invita all’esterno ed è fiera del suo ruolo, perchè è lei a dare ossigeno e a spingere verso il cambiamento.

Ci sono i miei piedi con i calzini a righe che si affacciano e fanno qualche passo, per sincerarsi che la primavera è davvero vicina, prima di rientrare in casa e muoversi senza fretta sul parquet, diretti in cucina, perchè quella è la stanza dove si svolge tutto il primo atto. E dove ogni cosa è dove deve essere, dove si conosce ogni (s)oggetto e ogni spazio, senza la paura di sbagliare o dimenticare qualche battuta.

Procedo, dunque, in modo sicuro e naturale: metto l’acqua nel bollitore, prendo l’infusore per il tè, scegliendo il sapore di cui ho più voglia in quel momento, aspetto che tutto sia fatto e intanto penso al set da colazione, una scena a cui tengo e che voglio curare.

Sì, lo ammetto: sono un po’ pignola con questa scena, perchè è tra le mie preferite. Va scelto, in primis, il colore dominante del set, poi il vassoio o il piatto da usare, insieme a qualche “accessorio” da aggiungere, poi bisogna fare varie prove per vedere se l’insieme è armonioso, poi vanno sistemate le cose in tavola e poi che fai, non fermi l’attimo con una (solo una?!) foto con il cellulare… insomma, i tempi potrebbero dilatarsi un po’.

Ma a volte è un piacere nel piacere, quando sul palcoscenico fa il suo ingresso lui, che ha fatto già trucco e parrucco, con piega in forno, e dopo varie ore di preparazione è pronto: il pan brioche. Sa a fondo la sua parte, sa cosa deve fare: riempire, regalare carezze soffici che fanno proseguire meglio la giornata, improvvisarsi nuvola o collina, a seconda del pubblico che lo gusta, e prendersi alla fine complimenti e sorrisi. Contento di aver rallegrato – e arrotondato, con la sua forma – lo spettacolo. Facendo (del) bene.

 

PAN BRIOCHE SENZA IMPASTO CON SEMI DI CHIA E DI SESAMO

250 g di farina Manitoba

250 g di farina 0

3 g di lievito di birra fresco

200 g di burro fuso

150 ml di acqua a temperatura ambiente

4 uova a temperatura ambiente

100 g di miele di acacia

80 g di zucchero di canna bianco

Un pizzico di sale

Semi di chia (a piacere)

Semi di sesamo (a piacere)

 

Sciogliete il lievito nell’acqua e lasciatelo riposare qualche minuto.

In una ciotola, mescolate le uova, il miele, lo zucchero, il sale, l’acqua con il lievito di birra sciolto e il burro fuso. Unite anche le farine setacciate e i semi di chia e di sesamo. Amalgamate (e non preoccupetevi se il composto vi sembrerà un po’ liquido, si addenserà dopo!). Coprite la ciotola con un canovaccio umido o con della pellicola e lasciate lievitare per 2 ore.

Mettete la ciotola in frigorifero e lasciatela lì come minimo 24 ore e come massimo 5 giorni. Quando riprendete l’impasto, con le mani leggermente unte di burro prelevate dei pezzi, arrotondatene la forma come se faceste una palletta e mettete ciascun pezzo dentro uno stampo ben imburrato (da plumcake o da ciambella, come nel mio caso). Fate lievitare per un paio d’ore e quando l’impasto sarà raddoppiato di volume, raggiungendo il bordo dello stampo, spennellate la superficie con un velo di burro fuso (o di latte, come ho fatto io). Spargete, in superficie, una piccola manciata di semi di chia e di sesamo.

Cuocete nel forno a 180° per 35-40 minuti. Lasciate raffreddare il pan brioche prima di sformarlo.

*La ricetta di base del pan brioche senza impasto è tratta, con qualche modifica, dal blog di Sonia. Se volete usare il lievito di birra disidratato, la dose è di 2 g e va unito alla farina, quindi aggiunto nella ciotola in quel passaggio.

51 Comments

  • Anna

    12 Marzo 2017 at 20:43

    Sovvertendo l’abituale ordine dei miei commenti, comincio col fare una promessa: questo pan brioche s’ha da fare, e si farà… Così soffice da invitare a tuffarcisi sopra! E credo che la cosa più difficile sia il tempo per la lievitazione…

    Le cose belle, e le cose buone, richiedono tempo.
    Tempo perché filtri la primavera tra le fessure, e per preparare il set da colazione, e perché l’impasto spicchi il volo verso l’alto…
    Ci vuole pazienza, e fiducia; si può restare seduti in disparte, con gli occhi socchiusi, con il cuore sereno.
    Come nelle Amicizie, dove il tempo è prova del valore che noi diamo ad esse. Si lasciano lievitare silenzi o parole, capendo se e quando apparecchiare sul tavolo del cuore…
    Come qui, dove passa il tempo e non cambia l’attenzione con cui tu alzi la serranda del bistrot, protagonista dei tuoi post e spettatrice delle nostre confidenze…

    Buona settimana, amica dai piedi con i calzini a righe ;-)!!!
    Anna

    1. Francesca P.

      12 Marzo 2017 at 21:01

      Partiamo dal pan brioche e con una rassicurazione: il pregio di questa ricetta è la sua semplicità! L’impasto si “addormenta” in frigo, decidi tu quando farlo svegliare e quando alzare la serranda, per rimanere in tema con il post! Immagina di andarlo a svegliare con un bacio, ehehe, quando vuoi, magari aspettando proprio di farlo il venerdì, per averlo profumato e morbido nel weekend! Non aver timore che l’impasto in frigo si deteriori, il lievito agisce “silente”, ne serve una piccola dose apposta, si prende tutta la calma necessaria… e ci dà anche una bella lezione, in questo! Nessuna fretta, questo è un pan brioche che esige quiete… 🙂 Sono certa che ti verrà e aspetto notizie! Tu coltivi bene la pazienza e la fiducia… e quando le doni, le ricevi anche… c’è sempre lo scambio alla base di tutto, il segreto per far lievitare bene cibi e rapporti! E noi ne siamo una prova…
      ps: i calzini “per casa” si alternano, a volte sono a righe e altre a pois!

  • Sonia

    12 Marzo 2017 at 20:56

    Meraviglioso *.* prepara una tazza in più che arrivo!
    Grazie :*

    1. Francesca P.

      12 Marzo 2017 at 21:03

      Leoncina, non vedevo l’ora che arrivassi a vedere… sono stata una brava allieva perchè avevo una stimata e fidatissima maestra! :*

      1. Sonia

        14 Marzo 2017 at 20:49

        Ma figurati altro che maestra!!! Piuttosto, avevo dimenticato una cosa… e le stoffine? ♡ Mi pare di riconoscerne qualcuna ☺︎ Ciao bellezza, ti abbraccio forte :*

        1. Francesca P.

          14 Marzo 2017 at 23:31

          Le tue stoffine le conservo con moooolta cura! 🙂

  • Daniela Agnes

    12 Marzo 2017 at 23:05

    Amo visceralmente la tua capacità innata e profondamente visiva di evocare situazioni in modo così preciso e univoco. Il risvegliarsi del mondo, come se nell’atto dell’aprire le saracinesche tu tirassi su anche il sipario di un palcoscenico, è un atto che porta in sè ogni volta la rinascita.
    Io, però, amo anche il momento opposto e complementare… Quello in cui probabilmente sono una delle poche anime ancora sveglie nel quartiere, o magari nella città, intenta a cercare qualche altra finestra illuminata col naso appiccicato al vetro, immaginando la storia dietro a quella luce che unisce una veglia notturna alla mia.
    Magari pregustando il sapore del dolce con cui accompagnerai la tazza di tè bollente, l’indomani mattina.
    Oggi è l’ultimo plenilunio della stagione invernale… Accolgo questa rinascita generale assaporando il tuo pan brioche sofficissimo. Ormai le pagine stanno scorrendo veloci, per prepararci alla prossima avventura meravigliosa! Fili rossi che ci legano e ci tengono salde ne abbiamo, vero? 🙂

    1. Daniela Agnes

      12 Marzo 2017 at 23:15

      Anche qua i calzini si alternano! 🙂 A pois, a righe, coi fenicotteri, i musetti miciosi… Insomma, l’età è solo anagrafica. <3

      1. Francesca P.

        12 Marzo 2017 at 23:28

        Coi fenicotteri? Ahaha, dovrai farmeli vedere! Io li ho anche con le caramelle, andiamo bene! 😛

    2. Francesca P.

      12 Marzo 2017 at 23:19

      La mia mente procede per immagini e la mia memoria registra tutto in questo modo, isolando e trattenendo frammenti di realtà, come se scattassi continue fotografie degli attimi vissuti e di ciò che ho intorno… e appoggiare questi “click” poi sulla pagina, quando scrivo qui sul blog, trasformandoli in parole, mi viene naturale proprio come preparare la colazione! 🙂
      Sai bene che anch’io, come te, sono un’anima notturna e l’inizio e la fine sono le scene che preferisco, della giornata… rappresentano le due braccia che si aprono e si chiudono, stringendo quello che c’è stato in mezzo… e noi ci abbracciamo spesso quando fuori è buio e tutto tace, gatti compresi! 🙂
      Fili ne abbiamo, eccome… sono anche loro un oggetto di scena importante, perchè tengono unite le persone che si vogliono bene, che camminano vicine vicine e che tanti sipari devono alzare! 🙂

  • Simo

    12 Marzo 2017 at 23:12

    Ma quanto è bello…pacioso e cicciottoso, rassicurante…sa di casa e di buono, sa di colazione felice e lenta, pigra e golosa….
    Corro da te, te ne è avanzata una fetta!?

    1. Francesca P.

      12 Marzo 2017 at 23:25

      Simo, sai che ho pensato la stessa cosa? Così tondo e gonfio, trasmette proprio quel senso di morbidezza e accoglienza che mi piace avere in casa! Di solito mettevo il pan brioche nello stampo da plumcake, ma ora che ho scoperto come viene bene a forma di ciambella… 😉
      Lo lascio in tavola per il lunedì mattina, serviti pure!

  • Emanuela

    13 Marzo 2017 at 7:21

    Brava……
    questa è la prima parola che ti dico, perché sei riuscita a fare quelle milleemila foto (man)tenendo la tentazione di tagliare una fetta a quella bellissima corona rotonda, liscia e scivolosa…non è uno scivolo? zi, lo è….. io ho fatto già un paio di giri con le gambe alte tuffandomi in quel fantastico the/caffè nero bollente!
    C’è una luce bellissima, una calma ed una pace, che se non fosse per l’aria frizzantina uno starebbe ancora un pochino sotto le coperte a rigirarsi un po, perché la LENTEZZA è la cosa più bella…
    Ma il SOLE chiama forte dai buchini delle serrande, ti solletica gli occhi ancora un po’ chiusi e insonnelliti e dai dai daaaaaaaaai! salti giù dal letto e inizi a goderti la giornata…
    Questo bellissimo Pan Brioche capita a fagiolo.. come sempre…. in questi giorni sto facendo auto-analisi delle mie rotondità….che ridere…e nel vedere sta ciambella o messo mano alla mia di ciambella..la mia pancia..il mio “balino” (come lo chiamo io) e ci parlo un po’ per vedere cosa mi dice…se mi spaventa (ehm un po’ si..diciamo) cerco di tirarlo in dentro, tiiiiiiiiiira gli addominali Manu.. che ridere davvero..mi ascolto… per capir(mi)e, piano piano.. con lentezza..come lentamente questa bellezza è venuta alla luce, illuminando la tua giornata e facendo(ti) del bene…
    Un bacio Manu..
    Ps: dai sto giro son stata pure corta! 😉 😛

    1. Francesca P.

      14 Marzo 2017 at 15:07

      Manu, giusto l’amore forte per la fotografia mi fa resistere una notte intera e mezza mattina per non addentare subito! 😀 Vedi, i lievitati insegnano anche questo… se si aspetta un po’, il piacere intanto aumenta e poi sarà goduto il doppio! Il pan brioche è stato un ottimo attore e modello, lo dovrò chiamare più spesso in causa e in tavola, ehehe! La sua forma tonda mi piace moltissimo, non ha paura di come è fatto, anzi, ne va fiero… e la sua forza è proprio in quella morbidezza, somiglia anche un po’ ad un mondo: quello che ci chiama e che cresce, con dosi basse di lievito, che viene cullato dalla lucina del forno e poi da quella del sole e guarda come riempie la scena, la pancia, il sorriso… io ti taglio uno spicchio piccino, poi se ne vuoi ancora, fai direttamente tu! 🙂 E fai bene ad ascoltarti, dobbiamo sempre parlarci ed ascoltarci, perchè è così che ci si capisce… i dialoghi più importanti sono quelli con il nostro corpo e la nostra mente, le parole non sempre escono fluide ma tutto sta a sciogliersi e vedrai che con lentezza, come giustamente dici, nasceranno sempre più belle conversazioni…

  • Claudia

    13 Marzo 2017 at 8:53

    Oh, stavolta arrivo per colazione e non al dolcino serale, quello prima di andare a dormire 🙂 Sarà un caso che tu abbia pubblicato proprio un pan-brioche? Le mie colazioni sono da anni scomposte, con caffè sul divano e frutta mangiata qua e là nel corso della mattinata, non mi siedo mai a tavola con la tovaglietta e tutto il resto, se non quando ci sono ospiti. In realtà è una gran buona abitudine iniziare con lentezza, in silenzio, lasciando ancora fuori i mille stimoli della giornata. Beh, ecco, non l’ho fatto neanche oggi, sarà per domani! 😀 Molto invitante questo tripudio di morbidezza, prima o poi mi ci dedicherò.

    1. Francesca P.

      14 Marzo 2017 at 15:19

      Claudia, rubare calma la mattina non è semplice ma io me lo “impongo”… sì, da tempo ho preso l’abitudine di coccolarmi a colazione, anche se devo mettere la sveglia un po’ prima (ma tanto ci pensa Tarallino a farmi aprire gli occhi, con la zampetta in faccia!) ma al mio bel dolce con tazza di tè non rinuncio mai! Spero che presto affonderai anche tu il coltello in questa nuvola morbida, fa proprio venir voglia di ritagliarsi un attimo di calma in più e anche il tuo caffè sarebbe contento di fare il suo incontro… perchè il pan brioche “pucciato”, secondo me, è ancora più buono! 🙂

  • Ileana

    13 Marzo 2017 at 9:42

    Questo è uno dei periodi dell’anno che amo di più. Quando apro le finestre al mattino mi fermo qualche istante, spesso c’è solo il cinguettio degli uccelli a farmi compagnia e osservo il mare. Dopo il vento degli ultimi giorni oggi il mare è calmo, amo osservare quel confine tra cielo e mare, a volte così netto, altre volte no…
    Questo è il periodo in cui qui al mare tutto si risveglia, c’è chi passeggia di più in pineta e in spiaggia, chi inizia i preparativi per la stagione estiva…tutto d’un tratto l’inverno sembra un lontano ricordo e tutto diventa più dolce. Quest’anno anch’io ho più bisogno del sole, della luce…quella che non manca mai, qui.
    Per qualche minuto entro qui e mi sembra di vederti, con i calzini a righe e la tua cura per i dettagli, per le piccole cose…:)
    Quel pan brioche rende ancora più dolce queste giornate, la primavera sta arrivando e tu sai come accoglierla nel modo giusto!
    Un abbraccio :**

    1. Francesca P.

      14 Marzo 2017 at 15:23

      Questo periodo è… frizzante, carico di belle promesse e aspettative, si sente il risveglio della natura e del nostro benessere, una spinta ad uscire dalla tana e dal letargo, mentre è già iniziato il conto alla rovescia per il 21 marzo! Sarebbe bellissimo alzarmi e… avere il mare davanti, come te! Prometti che mi dedicherai qualche sbadiglio ammirando le onde calme, ok? 🙂 E tu puoi levare i calzini e infilare i piedi della sabbia, altra cosa che mi manca e che non vedo l’ora di rifare!
      Non ho mai ben capito se siamo noi ad accogliere la primavera o se è lei ad accoglierci, chi prende per mano chi… ma di sicuro so che il fisico e la mente sono legate a questa stagione in modo speciale e ogni anno si deve festeggiare l’arrivo con un mega pan brioche a forma di fiore! 🙂

  • Ely

    13 Marzo 2017 at 9:58

    E a me piace molto questo sipario… Gli attori entrano piano piano, quasi per non essere visti… Gli spettatori in silenzio attendono guardando la scena che si crea piano piano, attendono e gustano con gli occhi e con il cuore… E poi il profumo di questo pan brioche ed è subito festa ed è subito colazione! Un bacione grande!

    1. Francesca P.

      14 Marzo 2017 at 15:28

      A volte, Ely, il teatro e le sue emozioni sono a un passo… direttamente in casa e possiamo vedere lo spettacolo dal divano e non dalle poltroncine della sala, ehehe! E poi non si deve pagare il biglietto, è tutto gratis e il finale è sempre lieto… 🙂

  • Manuela

    13 Marzo 2017 at 10:24

    Il fine settimana ha un profumo diverso, in quel caffè preso con calma, nella luce che lasciamo cadere con calma sugli oggetti e su noi.
    Se dici pan brioche, io sono già lì, a godermi un inizio di giornata morbido e sincero, tondo come un abbraccio.
    Devo ripromettermi di farlo, il prima possibile!

    1. Francesca P.

      14 Marzo 2017 at 15:31

      Sì, Manu, ormai il venerdì ha sempre più il sapore del venerdì del villaggio, si aspetta con ansia crescente e sembra, come meta, un letto comodo su cui tuffarsi, prendendo la rincorsa… un letto comodo chiama un sonno più lungo e tranquillo, un sonno tranquillo chiama un risveglio “gentile” e quieto e un risveglio quieto chiama una colazione lenta ed abbondante… è come una catena, atto dopo atto si assiste allo spettacolo di cui siamo anche autrici! E pensiamo anche al catering, ahaha! 😀

  • saltandoinpadella

    13 Marzo 2017 at 10:55

    La colazione è il pasto che mi da più gratificazione. E’ un rito a cui non posso rinunciare neanche durante la settimana. Ma la colazione della domenica è speciale. E ci vuole qualcosa di speciale per coccolarsi. E cosa c’è di più speciale di una nuvola soffice e che profuma di burro buono?

    1. Francesca P.

      14 Marzo 2017 at 15:33

      Elena, la pensiamo allo stesso modo! Il pan brioche gustato il lunedì o il giovedì non avrà mai lo stesso sapore che ha nel weekend… ecco il motivo per cui ha senso farlo il venerdì e il caso vuole che il sabato sia anche il giorno in cui si possono fare le foto per il blog, o almeno, qui capita così! 🙂

  • silvia

    13 Marzo 2017 at 11:41

    Eccomi qui! buongiorno Franci! oggi arrivo per l’ora dello snack spezza-fame, però va bene ugualmente per assaggiare un pezzetto di pan brioche! Eccoli qui tutti i semini che si sono poggiati sulle collinette baciate dalla luce del sole, che meraviglia questa sintonia di primavera che ci accomuna questa volta, vedrai che i semini porteranno qualcosa di buono. La scena di oggi, si apre con tutta la calma e la tranquillità che ci vogliono per assaporare gli impasti lievitati, ecco perchè sono così belli, perchè ogni volta ci ricordano di quanto sia importante fermarsi a godere delle piccole cose che a volte trascuriamo un pochino! Il set che hai scelto è perfetto così, con questo celeste delicato che profuma di lenzuola appena cambiate, di mattini da risvegliarsi con il sole, di cose che ancora-sono-timide ma sono lì che spuntanto pian piano, insomma…mi piace! un sacchettino di semi di chia ce l’ho anche io, ho provato a farli gonfiare dentro lo yogurt, per un chia-pudding, anche se ho letto che non bisogna esagerare tanto, in realtà devo studiarli bene anche io sai? Io direi di metterci i guanti, preparare bene la terra e vedere un po’ cosa ci viene in mente…ah coloriamo anche i vasetti poi? 😀

    1. Francesca P.

      14 Marzo 2017 at 22:45

      Ho fatto scorta di semi da mangiare e da piantare per questo, ho tante cose belle che voglio vedere germogliare e bisogna intensificare e incoraggiare la produzione… 😀
      Voglio dedicare più tempo ai lievitati, li faccio non spesso quanto vorrei, ma adesso che ho provato la ricetta con riposo in frigo per vari giorni, voglio fare vari esperimenti! Tanto è il piacere di vedere in scena queste meraviglie soffici, che voglio trovare il modo di organizzarmi! E magari ad aprire la colazione, prima del lievitato, può esserci proprio un chia pudding! L’ho fatto una volta, ho messo due cucchiai di semi, si è addensato… dai, appena diventi più esperta facciamo un chia day, la domenica! 😀

  • sandra

    13 Marzo 2017 at 14:01

    ognuno ha il suo modo, il suo comfort, il suo stile.
    tu sei pignola, prepari i set con minuzia io invece improvviso perchè non riesco mai a programmarmi. lo so, dovrei farlo. ma non riesco a programmare quasi niente, sono così, spettinata e all’ultimo minuto.
    ognuno ha il suo stile, il tuo mi piace, mi è sempre piaciuto e lo sai.
    trovo da te quella “precisione” che io non ho e che ti invidio un po’. le tue foto sono leggere, pulite, nitide e fresche, sempre.
    belle, quello è sottinteso, giusto?
    buono un panbrioche per colazione!!!!!

    1. Francesca P.

      14 Marzo 2017 at 22:57

      Ognuno deve esprimersi liberamente e assecondare la propria natura… senza schemi rigidi, a volte anch’io improvviso di più o sono caotica, dipende dai momenti! L’importante è metterci amore e passione e tu ne hai, come me… 🙂 Poi è bello anche cambiare, giocare, spiazzare con qualche scena fuori programma, azzardare qualcosa di nuovo per movimentare… insomma, anarchia e stupore! 🙂
      Grazie per il commento, Sandra, quando appari sono sempre contenta!

      1. sandra

        15 Marzo 2017 at 8:48

        sono come un folletto Francesca, ogni tanto appaio…. comunque, sempre e comunque viva l’anarchia fotografica… ha ha ha! un abbraccio tesoro.

        1. Francesca P.

          17 Marzo 2017 at 14:45

          Mi sono sempre stati simpatici i folletti! 😀

  • m4ry

    13 Marzo 2017 at 15:33

    Si respira leggerezza qui, e luce…quella bella. Un mix di coccole, profumi e sofficità. Che sia la primavera, i colori, i profumi che sono nell’aria…beh, qualunque cosa sia, un po’ di leggerezza serve. Serve riprendere il contatto con le piccole cose e con quei riti che ci accarezzano e non deludono mai…La pignoleria nella ricerca del bello a me piace, e anche tanto. E qui, di bellezza, ce n’è davvero tanta. Un abbraccio amica e allungami una fetta di questo pan brioche…mamma mia che nuvola! <3

    1. Francesca P.

      14 Marzo 2017 at 23:00

      Sì, amica mia, la leggerezza serve… quella che piace a noi, quella pensante, mai vuota o frivola, parliamo della leggerezza che mette un po’ le ali al cuore, che ci fa essere/sentire libere, senza vincoli e freni… e che ci fa anche lottare per mantenere viva la luce, quella interiore e quella intorno a noi che finisce nelle foto! D’altronde ce lo diciamo sempre: tutto parla di noi e le nostre foto ci rispecchiano… e si è capito che in questo periodo voglio bianco e aria! 😉

  • Marghe

    13 Marzo 2017 at 17:50

    Fare le cose con cura, metodo e con quella pignoleria sana che fa attenzione ai dettagli perchè si occupa di qualcosa di prezioso è uno dei lussi di una vita frenetica e sovraffollata da stimoli, impegni e limitazioni. La bellezza dei lievitati per me sta anche lì, nel fascino di un tempo che deve fermarsi per forza, di un’attesa che genera, proprio come le mani operose che le danno vita.

    1. Francesca P.

      14 Marzo 2017 at 23:05

      Pignoleria “sana”, hai usato un aggettivo che sposo in pieno, Marghe! Nulla di estremo o di esagerato, nulla di “anormale”, nulla che diventi mania o ossessione… una cura che fa rima con equilibrio, che migliora e non opprime! Come non deve opprimere il senso del tempo, che ci sfugge ma sta anche a noi plasmarlo, così come facciamo con gli impasti… prendere quello che ci spetta, rubarlo se necessario, come fette soffici di spazio conquistato e goduto… 🙂

  • Sabri

    13 Marzo 2017 at 19:42

    Franci … finalmente riesco a sedermi , sorseggiare una tisana calda e scriverti con un po’ di ritardo . Per me sei tu che entri in scena ogni settimana in modi talmente diversi , talmente sorprenderti e stavolta con raggi caldi di una primavera che si fa strada in me e nella mia vita . Se nei tuoi particolari , nei tuoi calzini a righe , nella tua pignoleria , nel tuo tempo, tu riesci così semplicemente a riempire la mia fantasia be, io sono quel raggio di sole , quel gradino di marmo , le mattonelle color ocra … c’è quel sentire , quella visione , quel passo in più verso chi non c’è ma è come se ci fosse . Perché tu lo fai benissimo , mi porti nel tuo mondo ,ed è un mondo che mi piace , mi piace talmente tanto che un giorno chissà …non mi dispiacerebbe incontrare per davvero . Ti stringo forte come sempre 😘

    1. Francesca P.

      14 Marzo 2017 at 23:10

      Sabri, ogni volta quello che mi dici mi piace sempre di più! E non solo per il piacere di ricevere complimenti, ma perchè ti sento affine e vedo che è nata una sintonia particolare, una conferma che forse ci diamo a vicenda, con le nostre rispettive parole! Tu ami le mie, io amo le tue… 🙂 Ho incontrato varie persone conosciute grazie al blog, quindi perchè non immaginare di essere insieme un giorno a tagliare pan brioche o a mangiare quello che più ci piace? Nel frattempo, ti farò entrare nel mio mondo ogni settimana, scoprendo dettagli man mano, vedendo un mio lato più “serio” e riflessivo e uno più giocoso… mi piace alternare, i pensieri imboccano più strade ed è bello seguirle tutte…
      Ci vediamo nel raggio di sole che spunta intorno alle 9 in balcone, so dove trovarti… e preparati, a breve la colazione sarà servita fuori! 🙂

  • Chiara

    13 Marzo 2017 at 22:59

    “Buttati che è morbido” sembra che sia stato inventato per il tuo pan brioche non per quel famoso panettone ! La domenica è un giorno al rallentatore anche per me, devo ricaricarmi e vorrei durasse 48 ore invece passa prestissimo ed è già lunedì….Un bacione

    1. Francesca P.

      14 Marzo 2017 at 23:13

      Chiara, prendiamo bene la rincorsa, senza esitazione lanciamoci e tuffiamoci dentro lo stampo… vedrai come si rimbalza bene e vedrai come i semini fanno il solletico, ehehe!
      Lo so, il lunedì è sempre faticoso, ecco perchè ho fatto un pan brioche generoso… deve durare e bisogna poter fare il bis! 🙂

  • Mimma e Marta

    13 Marzo 2017 at 23:53

    Nelle nostre fioriere sono già fioriti narcisi e le fresie…che profumo quando ci affacciamo dalla finestra! Purtroppo qui il tempo alterna giornate con temperature intorno ai 20° , come ieri, e altre come oggi piuttosto fresche. E ahimè anche le nostre sedie rimangono piegate accanto ad una parete 🙁
    E che dire di questa Brioche…praticamente stupenda! Da mangiarne una fetta ora :-**

    1. Francesca P.

      14 Marzo 2017 at 23:16

      Io non vedo l’ora di prendere i ranuncoli e le dalie, sto aspettando che arrivi davvero la primavera e tengo in caldo alcuni vasetti vuoti… Ulisse già ha provato a zampettare la terra, ahaha, ma gli ho detto di non avere fretta, ahaha 🙂
      Usate le mie, di sedie… qui si sta bene, nelle ore centrali della giornata, confesso che ho già fatto più di una merenda all’aperto! Siete ancora in tempo per qualche fettina… 🙂

  • Margherita

    14 Marzo 2017 at 2:48

    Guardalo li come é bello fiero il tuo pan brioche, lo sa che oltre ad essere bellissimo é il protagonista di una scena da copione. Il pan brioche é una delle ragioni per cui non vedo l’ora che sia mattina!

    1. Francesca P.

      14 Marzo 2017 at 23:19

      Vero, Margherita, il pan brioche accompagna bene i risvegli! Io solitamente, per questioni di tempo, preparo più spesso torte da credenza, ma voglio intensificare il turno degli spettacoli… 😀 E anche io ho notato che somiglia ad un fiore… anche inconsciamente faccio sbocciare la primavera appena posso! 😀

  • ConUnPocoDiZucchero Elena

    14 Marzo 2017 at 5:00

    mi piace l’idea di te che con i calzini a righe fai un passetino fuori per raccogliere un raggio di sole e portarlo direttamente in tavola, avvolto da un panno di cotone, candido e profumato che nasconde bontà. Mi piace questa ritualità che ha aspettpo teatrale: è come se ci fosse sempre la sopresa, sempre l’effetto palcoscenico che incanta e tiene col fiato sospeso. E qui da te, sempre, da sempre e e per sempre, l’emozione dello spettatore che sa di aver acquistato un biglietto per una rappresentazione bellissima, è viva e accesa.

    1. Francesca P.

      14 Marzo 2017 at 23:23

      Adoro le sorprese… quelle buone, quelle che fanno nascere un sorriso, quelle che fanno battere il cuore in senso positivo e portano quello stupore che ci fa tornare un po’ bambini! Tu potresti allestire un teatrino con le marionette, immagino Ludovica come si divertirebbe… 🙂
      Grazie mille, ad essere viva e accesa deve essere la quotidianità e quindi ognuno di noi ci mette un po’ della sua magia, come può… :*

  • ipasticciditerry

    14 Marzo 2017 at 15:07

    E lo conosco bene questo panbrioche morbidoso, seppure senza tutti quei semini che hai aggiunto tu. Sempre buono, con tutto. Che bell’atmosfera mi fai trovare oggi … quella della prima colazione, il pasto per me più importante, a cui non so rinunciare. E se durante la settimana è un pochino frettoloso, anche per me nel fine settimana, è più dilatato … con calma, apro le tapparelle, sbircio fuori. Purtroppo non ho spesso giornate di sole e luminose, come piacerebbero a me. Però ho le mie colline e dietro le prealpi. quest’anno tutto verde … senza neve. Ho un santuario, piccino piccino, perchè è in fondo allo sguardo ma io so che c’è, perchè è sulla collina di fronte alla mia. Io non ho tanta cura delle tazze e degli arredi, piuttosto uso sempre le stesse suppellettili … ci sono abituata, sono un abitudinaria, non amo molto cambiare le cose. Però amo molto cambiare quello che mi servo sul piattino, in accompagnamento alla mia solita tazzotta di latte e caffè, addolcita con mezzo cucchiaino di miele. Sul piattino ci posso trovare una fetta di torta, dei biscotti, una brioche, un pains aux raisins, un pain au chocolat, una fetta di pan brioche magari con burro e marmellata … sempre e solo cose fatte da me. Semplici, genuine, che sanno di burro, di casa … e mentre mi gusto la mia colazione, nel fine settimana, la radio in sottofondo trasmette le sue canzoni e io canticchio, insieme a lei. Magari mi attardo, finito la colazione e prendo l’I-pad, guardo le foto delle vostre colazioni, leggo le notizie … e tutto comincia. Ecco, anche io ti ho raccontato un pezzettino del mio mondo. Del resto, lo sai, qui da te mi trovo bene, sento di essere un ospite gradita e mi lascio andare. Buona settimana dolce Fra, una carezza a chi sai tu

    1. Francesca P.

      14 Marzo 2017 at 23:28

      Terry, mi piace molto come ti godi la colazione e la sua calma, è questo lo spirito! Avere qualcosa di homemade nel piatto, fare tutto in modo rilassato, concedersi quei piccoli riti che sembrano dei lussi, al giorno d’oggi… e ne capisci l’importanza quando non li hai e quindi aspetti con ansia di ricreare quei momenti! Adesso, “da grande”, non lego più il weekend al fare chissà cosa, ma al tempo per me stessa, per le mie passioni, per tutto quello che non va trascurato…
      Sappi che già pregusto una mattina comune di dolci fatti in casa, ovviamente ti chiederò di portare le brioche e il pain aux raisin, ti faccio un’ordinazione francese, ehehe! Bello quando i mondi si uniscono e ognuno apre la sua porta, ci si fida, ci si sente ascoltati e lo scambio è reciproco…

  • Tatiana

    15 Marzo 2017 at 12:38

    E’ proprio vero che il risveglio nel fine settimana è molto diverso da tutti gli altri: sabato ho aperto le tapparelle e sotto c’era un sole che non ricordavo da mesi, il cielo terso, il termometro che per un paio d’ore si è degnato di salire (perché quassù ancora non arriviamo ai dieci gradi nemmeno a supplicare), poi ci sono finalmente le colazioni calme, fosse anche solo una tazza di caffè ma lo puoi bere senza stressarti e senza bruciarti la lingua, puoi sederti sotto quella lama di luce che ti riscalda la pelle dopo tanti mesi di freddo, puoi quasi sognare di poter stare sul balcone a mangiarti una fetta di torta (eh… per questo la stiamo prendendo ancora un po’ larga!), se poi sbirci oltre la porta finestra e vedi il marito che sta piantando bulbi e seminando fiorellini… allora la gioia è completa perché lo sai che manca davvero poco, ancora un piccolo sforzo e ce la facciamo anche noi del profondo nord!
    Il tuo pan brioche mi piace, fa anche al caso mio in questo periodo in cui litigo con mio figlio per la colazione: una fettina e se la mangia anche mentre aspetta il bus, così non perde “ore di sonno” (parole sue, prima di sentirsi male a scuola per non aver mangiato, si intende)!
    Un abbraccio cara Franci!

    1. Francesca P.

      16 Marzo 2017 at 23:54

      Ti scrivo e penso che domani è di nuovo venerdì… la settimana è volata, anche troppo, ma di positivo c’è che possiamo concederci di nuovo il rito della colazione domenicale e devo ancora decidere con che dolce accompagnarlo!
      Ieri e oggi a Roma si poteva mangiare fuori, sai? Non mi è parso vero… appena annusata l’aria, ho sentito che era diventata ancora più gentile e dopo mesi ho lasciato il cappotto dentro l’armadio per riprendere i giubbotti più leggeri! Ecco, se tuo marito venisse a curare anche le mie piantine, sarebbe bello… lui lavora con le primule e noi ci intratteniamo con pan brioche, marmellatine, miele, qualche biscotto… che ne pensi? 😀

  • Virginia

    16 Marzo 2017 at 17:14

    Oggi mi sento un po’ visionaria e ti dico che in quei semini vedo i sassolini che si trovano nelle spiagge qui in Liguria. Ad aiutarmi nella visione hai aggiunto anche quel celeste delicato, un po’ mare e un po’ cielo, e quelle stoffine che starebbero bene anche addosso, sotto forma di foulard o di camicia 😉 La brioche è una nuvola che alleggerisce anche l’ansia da prestazione che a volte i lievitati possono dare e mi sembra perfetta per iniziare il finesettimana nel modo giusto! La colazione è da sempre il mio pasto preferito e specialmente nel finesettimana mi piace prolungare questo momento, rimanendo ancora in pigiama e coccolandomi con la mia tazza di caffè… Se ti porto qualche marmellata e il lemon curd mi offri una fetta del tuo pan brioche? 😉

    1. Francesca P.

      16 Marzo 2017 at 23:58

      Mi piace molto la tua visione e come spesso accade, dato che lo amiamo, torna il mare nei nostri discorsi… sentiamo proprio la nostalgia, eh? Ora che mi ci hai fatto pensare, se mettevo nella stessa ciotolina i due tipi di semi, potevo fare un mix di sassolini di doppio colore! E se alla mia stoffina vuoi aggiungere la tua a righe, il clima marinaro ci sta tutto! 🙂
      Che bontà il lemond curd, non lo preparo da tanto e quindi assaggio con molto piacere il tuo… così in spiaggia spunta anche il sole e ci abbronziamo, ahaha! 😀

  • Melania

    21 Marzo 2017 at 0:24

    È una delle cose più buone. Adoro il pan brioche e spesso è ciò che mi spinge a cadere giù dal letto, sobbalzare velocemente in cucina e afferrarne una fetta. Mi piace accompagnarla con un cucchiaio di dolcezza (marmellata, meglio se di arance amare) e assaporarne tutta la bontà.
    Guardarsi intorno con lentezza e togliere quella patina che leggera si poggia sugli occhi e godere di una luce forte e intensa.
    C’è voglia di aprire finestre e imposte. Di uscire in veranda coi calzini a pois (per me) righe (le tue) e sentire i profumi dei primi fiorellini che sbocciano.
    Sorridere a questa nuova stagione che piano fa il suo ingresso…

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